Gesù di Nazaret - Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione (Saggi) (Italian Edition) by Joseph Ratzinger

Gesù di Nazaret - Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla resurrezione (Saggi) (Italian Edition) by Joseph Ratzinger

autore:Joseph Ratzinger [Ratzinger, Joseph]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858624821
editore: BUR
pubblicato: 2012-03-13T23:00:00+00:00


3. LA VOLONTÀ DI GESÙ E LA VOLONTÀ DEL PADRE

Ma che cosa vuol dire questo? Che cosa significa «mia» volontà contrapposta a «tua» volontà? Chi sono coloro che si confrontano? Il Padre e il Figlio? O l’Uomo Gesù e Dio, il Dio trinitario? In nessun’altra parte della Sacra Scrittura guardiamo così profondamente dentro il mistero interiore di Gesù come nella preghiera sul Monte degli ulivi. Non per caso, quindi, la ricerca appassionata della Chiesa antica per la comprensione della figura di Gesù Cristo ha trovato la sua forma conclusiva nella riflessione, guidata dalla fede, sulla preghiera del Monte degli ulivi.

A questo punto è forse necessario gettare uno sguardo molto veloce sulla cristologia della Chiesa antica, per capire la sua idea dell’intreccio tra volontà divina e umana nella figura di Gesù Cristo. Il Concilio di Nicea (325) aveva chiarito il concetto cristiano di Dio. Le tre Persone – Padre, Figlio e Spirito Santo – sono una cosa sola nell’unica «sostanza» di Dio. Più di cento anni dopo, il Concilio di Calcedonia (451) ha cercato di afferrare concettualmente l’unione della divinità e dell’umanità in Gesù Cristo con la formulazione che, in Lui, l’unica Persona del Figlio di Dio abbraccia e porta le due nature – quella umana e quella divina – in modo «inconfuso ed indiviso».

Così l’infinita differenza tra Dio e uomo, tra Creatore e creatura viene conservata: l’umanità rimane umanità e la divinità rimane divinità. L’umanità in Gesù non è assorbita o ridotta dalla divinità. Esiste interamente come tale e tuttavia è sostenuta dalla Persona divina del Logos. Allo stesso tempo, nella diversità non annullata delle nature si esprime, mediante la parola «unica Persona», l’unità radicale nella quale Dio, in Cristo, è entrato con l’uomo. Questa formula – due nature, un’unica Persona – l’ha creata Papa Leone Magno con un’intuizione che andava molto oltre il momento storico, e ha trovato subito l’assenso entusiastico dei Padri conciliari.

Ma essa era un’anticipazione: il suo significato concreto non era ancora sondato fino in fondo. Che cosa vuol dire «natura»? Ma soprattutto: che cosa vuol dire «persona»? Poiché ciò non era stato affatto chiarito, dopo Calcedonia molti Vescovi dissero che preferivano pensare nella maniera dei pescatori e non in quella di Aristotele; la formula rimase oscura. Per questo la recezione di Calcedonia è avanzata in modo molto intricato e tra accaniti litigi. Alla fine è rimasta la divisione: soltanto le Chiese di Roma e di Bisanzio hanno accettato definitivamente il Concilio e la sua formula. Alessandria (Egitto) preferiva mantenere la formula di «una natura divinizzata» (monofisismo); ad Oriente, la Siria rimase scettica di fronte al concetto di «un’unica persona», in quanto, appunto, sembrava compromettere l’umanità reale di Gesù (nestorianismo). Più dei concetti, però, facevano effetto certi tipi di devozione, che si opponevano a vicenda e caricavano il contrasto con l’impeto dei sentimenti religiosi, rendendolo così irrisolvibile.

Il Concilio ecumenico di Calcedonia rimane per la Chiesa di tutti i tempi l’indicazione vincolante della via che introduce nel mistero di Gesù Cristo. Deve però essere acquisito nuovamente nel contesto



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