Gli italiani di New York by Maurizio Molinari;

Gli italiani di New York by Maurizio Molinari;

autore:Maurizio Molinari; [Molinari, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
ISBN: 9788858101957
editore: edigita
pubblicato: 2011-11-14T23:00:00+00:00


I riformisti di Tammany Hall

«Noi italiani siamo arrivati a New York dal 1880 al 1925. Tutto è iniziato allora e di politica non se ne parlava neanche». John LoCicero ha ottant’anni e da sei decenni è una delle anime del Partito democratico di Manhattan: ha fatto campagne elettorali con Eleanor Roosevelt, per John Kennedy e Bill Clinton, ma soprattutto è cresciuto nel Lower East Side «dove tutto è cominciato». «Quando gli immigrati arrivarono non avevano una coscienza politica perché si portavano dentro l’eredità di un’idea dello Stato nemico che li allontanava dalla vita pubblica» oltre al fatto che «a dominare la politica a New York, come anche la Chiesa cittadina, erano gli irlandesi, non certo disposti a cedere il passo dopo aver tanto sofferto per affermarsi a dispetto dei protestanti». Il Lower East Side negli anni Venti era un reticolo di strade dove ogni regione e città d’origine si riconosceva in un certo numero di isolati, «quindi figuratevi se qualcuno poteva mai essere in grado di parlare di voto italiano: era l’idea stessa di italiani che mancava, ognuno parlava un dialetto differente e a casa mia era il siciliano». La conseguenza fu che «quando a qualcuno serviva qualcosa andava a chiederlo a un deputato di nome Foley, che era irlandese». La prima svolta vi fu quando gli italiani «lasciarono i carretti e cominciarono a fare gli operai», entrando nelle Unions, i sindacati. «In molti andarono a lavorare in fabbrica, numerosi stabilimenti erano a East Harlem e dunque vi fu un trasferimento di gente dal Lower East Side». La Grande Depressione trasformò questa nuova generazione di lavoratori in indigenti, avevano bisogno di tutto e arrivarono alla conclusione che lo Stato poteva aiutarli. Sono questi gli anni Trenta, nei quali si afferma Vito Marcantonio – il deputato repubblicano che poi diventerà un volto di spicco del Labor Party, dando voce al radicalismo operaio – e matura un’idea di voto italiano legato alla necessità di tutelare gli interessi degli operai flagellati dalla crisi economica. «Oltre che a East Harlem gli italiani negli anni Venti e Trenta si spostarono anche verso Brooklyn, a Bensonhurst, dove era piena campagna» aggiunge LoCicero, spiegando che «uno dei vantaggi di andare laggiù era l’assenza della Mano Nera», antesignana della mafia. «Si viveva più tranquilli, sicuri, la gente stava meglio rispetto al Lower East Side, che era un vero ghetto con molti criminali». Gli anni Quaranta sono quelli di Fiorello LaGuardia sindaco «che trova spazio nel Partito repubblicano perché in quello democratico gli irlandesi ancora non volevano farci passare», ma quando la Seconda guerra mondiale finisce il leader politico italiano più in vista è Carmine Gerard DeSapio. «Veniva dal Lower East Side come me, nel 1949 fu abile a sbaragliare gli irlandesi diventando il leader più giovane della società di Tammany Hall, ovvero la macchina elettorale democratica, e nel 1955 il magazine ‘Time’ ne celebrò la potenza politica dedicandogli la copertina». Negli anni Cinquanta era lui l’uomo decisivo per nominare sindaci, governatori e amministratori locali, ma si era fatto



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