Gli orrori della caserma Levante. Quando l'ossessione per il risultato favorisce il crimine by Federica Angeli

Gli orrori della caserma Levante. Quando l'ossessione per il risultato favorisce il crimine by Federica Angeli

autore:Federica Angeli [Angeli, Federica]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2023-10-26T20:54:40+00:00


Parte terza

Le difese

La difesa Spagnolo

L’articolo 27 della Costituzione italiana recita che «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva» e l’articolo 24 che «la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento». L’abitudine ai processi sommari è diventata invece, negli anni, una compagna di viaggio fedele e protettiva del popolo italiano. Complice la stampa che enfatizza avvisi di garanzia equiparandoli a sentenze di terzo grado e grida al colpevole prima ancora che un indagato abbia ricevuto l’elezione di domicilio. È un gioco delle parti al ribasso ormai, che rende il lavoro della difesa ancor più duro. Così i legali che seguono casi come quello che stiamo trattando in questo libro hanno il duplice compito di dribblare tra Codice Penale e cavilli di procedura da una parte, e dall’altra di proteggere i propri clienti da una stampa e un’opinione pubblica sempre più violenta che usa immagini e stralci di ordinanze per alzare il tiro dello scalpore. Si chiama clickbating e poco ha a che fare col giornalismo. Un fenomeno che ha spinto l’informazione dove è impossibile raggiungerla, oltre lo steccato della deontologia, verso un’adamantina volontà di capitolazione.

Quel che avviene nel mondo giudiziario, dove i processi si celebrano in nome del popolo italiano e secondo le regole della Costituzione e dei codici, è che pubblica accusa e difesa sono sullo stesso piano. E solo al termine del confronto tra le due parti – a colpi di legalità – i giudici arrivano a un verdetto oltre ogni ragionevole dubbio, al netto del sensazionalismo. Non sempre, va detto, ma il più delle volte.

La scena, in questa terza parte del libro, va alle agguerritissime difese degli imputati della Levante. Cominciamo da quella di Daniele Spagnolo, seguito nel processo dall’avvocato Aldo Truncé. La sua arringa, nel primo grado di giudizio, è un’appassionante apologia.

«Prendere la parola, in questo processo che ha suscitato un clamore mediatico senza precedenti nella città di Piacenza, ma indubbiamente anche a livello nazionale, non è facile. Non lo è per chi vi parla da difensore, ma non lo è stato nemmeno per i sostenitori della pubblica accusa, per i pubblici ministeri, che in incipit, nei loro interventi, hanno tratto forza ed ispirazione da storie di coraggio, da uomini di valore, da autentici servitori dello Stato: è stata richiamata la memoria degli uomini della scorta del dottor Borsellino; sono stati omaggiati i militari dell’Arma impegnati nella Locride e, da ultimo, è stato reso il giusto merito anche al maresciallo Colonna, che è stato il simbolo, come ci ha detto il procuratore capo, di un servitore fedele ed irreprensibile dello Stato, e sicuramente chi vive a Piacenza avrà avuto modo di constatarlo, come avrei avuto il piacere di constatare anche io se avessi esercitato nel foro di Piacenza.

«Ecco, chi vi parla non vive a Piacenza, ma viene da più lontano, da quella terra difficile di Calabria in cui ha lavorato il dottor Centini, ed in cui servire lo Stato è forse più impegnativo, come impegnativo d’altronde è difendere i diritti e le libertà.



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