Gli scomparsi by Alessia Tripaldi

Gli scomparsi by Alessia Tripaldi

autore:Alessia Tripaldi
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-05-28T12:00:00+00:00


3

Lucia cammina lungo il perimetro del suo ufficio, domandandosi cosa penserà di lei il dirigente del Servizio centrale operativo quando vedrà la sua stanza. Una persona ordinata, che ha un posto preciso per ogni cosa; una fumatrice, che spera inutilmente nella finestra spalancata per coprire le tracce di sigaretta; una persona banale, che tiene sulla scrivania oggetti stupidi.

Il colloquio di Marco con Leone le ha fornito gli elementi per arrivare all’incontro più importante della sua carriera nella miglior condizione possibile. Al momento opportuno, potrà calare un paio di assi dalla manica per dimostrare agli alti gradi che non è una sprovveduta. Ciò che le ha lasciato dentro è però un senso di disagio.

Appena usciti dall’ospedale, la sensazione era troppo indefinita e l’entusiasmo di Marco troppo grande per parlargliene, ma nell’ultima ora, mentre seguiva le pareti dell’ufficio un passo davanti all’altro, la consapevolezza di aver fatto un torto a Leone è diventata più solida. È stata ingiusta lei, che l’ha aggredito come fosse un criminale. È stato ingiusto Marco, che si è servito della sua più grande debolezza.

Più di tutto, a renderla inquieta è il distacco con cui Marco ha condotto le danze, blandendolo e mentendogli fino a intimargli di non piangere, proprio come suo “padre”. Marco aveva detto che voleva liberare Leone dalla prigione in cui è ancora rinchiusa la sua mente: di fatto, l’ha solo spostato da una cella a un’altra.

I colpi di nocche la riportano al presente, dove non c’è spazio per i dubbi e i sensi di colpa. La Lucia che apre la porta è il commissario Pacinotti, una donna preparata, capace e sicura del fatto suo. L’uomo che entra nella stanza si presenta con i soli nome e cognome, Paolo De Santis, la noblesse oblige dei massimi ranghi delle forze dell’ordine.

Il suo aspetto è un po’ anacronistico: i capelli brizzolati e incolti, i baffi spessi e gli occhialetti tondi lo fanno sembrare un personaggio di un poliziesco anni Settanta. L’atteggiamento è quello di qualcuno così padrone di sé da non aver bisogno di dimostrarlo. Si guarda attorno e prende posto sulla sedia come se quell’ufficio gli appartenesse.

«Innanzitutto devo complimentarmi con lei per il lavoro svolto finora, dottoressa. Nonostante l’inesperienza e la scarsezza di mezzi è riuscita a fare il meglio che si poteva.»

“Un colpo al cerchio e uno alla botte” pensa Lucia mentre lo ringrazia con un cenno.

«Questo è quanto è stato trovato a partire dal quaderno di Giuliani.»

De Santis apre una valigetta di pelle che deve valere quanto due mesi di affitto di Lucia e ne tira fuori alcuni fascicoli.

«Usando il nome di battesimo e l’anno riportati nel quaderno sono stati individuati diversi bambini scomparsi. Come vede, in un paio di casi c’è più di una persona compatibile con i dati di partenza.»

De Santis apre a ventaglio i fascicoli sulla scrivania, mettendo Lucia di fronte alle facce di bambine e bambini, alcuni molto piccoli altri intorno alla decina, alcuni atteggiati in pose vezzose altri in boccacce selvagge, biondi, bruni, infagottati nel pannolone, senza i denti davanti.



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