Guardare la mafia negli occhi. Le inchieste di un ragazzo che svelano i segreti della 'ndrangheta al Nord by Elia Minari

Guardare la mafia negli occhi. Le inchieste di un ragazzo che svelano i segreti della 'ndrangheta al Nord by Elia Minari

autore:Elia Minari [Minari, Elia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, General
ISBN: 9788858690840
Google: CvE2DwAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2017-10-05T00:00:00+00:00


* * *

1. Condanna dell’esponente della ‘ndrangheta Angelo Salvatore Cortese e di un suo sodale.

La frontiera di Facebook

Mi fece segno di seguirlo in un’altra stanza. E socchiuse la porta. Mi disse di stare attento a ciò che pubblicavo su Facebook. Tutto poteva costituire un’informazione utile per la ‘ndrangheta.

A spiegarmelo, nel novembre 2014, fu un carabiniere impegnato in prima linea nelle indagini sulla criminalità organizzata. Mi mostrò come le mafie sfruttino la vulnerabilità dei social network. Le organizzazioni criminali, ad esempio grazie a Facebook, hanno molte più risorse. Possono innanzitutto sapere i gusti, gli spostamenti e le amicizie delle persone osservate, per creare “profilazioni”. Le diverse informazioni vengono catalogate, raggruppate e archiviate, per poi essere utilizzate al momento opportuno.

“Tu non vuoi davvero combattere la mafia.” Questo messaggio mi era arrivato, alcuni giorni prima, su Facebook. Il testo, corredato da alcune parolacce e insulti, mi aveva spiazzato. A cosa si riferiva? I carabinieri mi comunicarono che il mittente era una persona sospetta, già attenzionata e schedata dalle forze dell’ordine.

Accade così anche alle vittime del racket e dell’usura: oggi gli ‘ndranghetisti, prima di esporsi usando metodi forti, studiano sempre il profilo su Facebook delle persone che gli interessano. Scorrendo la lista pubblica dei contatti sui social si può subito vedere se ci sono poliziotti o carabinieri. Allora io non avevo tra i miei conoscenti nessun rappresentante delle forze dell’ordine.

Poi, nella galleria fotografica, la ricerca è orientata a trovare foto di parenti o figli. È capitato che un imprenditore, finito nel mirino, pubblicasse una foto con il proprio bambino nel giorno del suo compleanno. Un’immagine innocente. Ma poche ore dopo all’imprenditore è arrivato un messaggio su Facebook: “Attento a tuo figlio, quando andate al parco”. Il mittente era un profilo falso, con un nome di fantasia. È bastato questo per impressionare l’interlocutore, senza bisogno di doverlo inseguire o pedinare. Attraverso Facebook anche la criminalità organizzata acquisisce molti dati e informazioni.

Navigando sui social network si possono conoscere i nostri interessi, hobby e abitudini, anche visualizzando le pagine sulle quali abbiamo messo un “mi piace”. Oltre a capire i luoghi che frequentiamo spesso. Su internet compiamo molti gesti che ci sembrano banali, dato che sono alla portata di un semplice clic. Continuamente lasciamo tracce, permettendo di creare dei profili completissimi su di noi.

Ma le organizzazioni criminali utilizzano anche i big data. Al giorno d’oggi possedere e gestire informazioni, raccolte in quantità inimmaginabili, significa detenere potere. I dati vengono catalogati e ripescati con tecnologie all’avanguardia, basate su sistemi di database management e information retrieval.

Molte delle informazioni archiviate provengono proprio dai social network, dove ogni utente volontariamente pubblica dati su aspetti personali della propria vita privata. Ma anche le informazioni sulla vita pubblica, rese note su Facebook, possono essere utilizzate in modo anomalo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.