I complotti della Seconda guerra mondiale: Cospirazioni, sabotaggi ed enigmi degli anni più oscuri del Novecento by Alexander Macdonald

I complotti della Seconda guerra mondiale: Cospirazioni, sabotaggi ed enigmi degli anni più oscuri del Novecento by Alexander Macdonald

autore:Alexander Macdonald [Macdonald, Alexander]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti


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Le false informazioni fornite ai servizi segreti tedeschi da agenti doppiogiochisti erano confermate dalle intercettazioni dal Kona, il reggimento tedesco di signal intelligence, cioè lo spionaggio di segnali elettromagnetici, che controllava tutto il traffico radio degli alleati. Ovviamente doveva evitare di dare nell’occhio, lavorando con la massima abilità. Se le informazioni fossero arrivate troppo facilmente, il nemico avrebbe sentito puzza di bruciato. Per fortuna, Ultra indicava agli alleati quali codici erano stati decrittati dai nazisti e, dunque, quali si potevano usare per trasmettere frammenti di informazioni false a conferma dei dati rivelati dai doppiogiochisti. Gli alleati ricorrevano persino a raffiche di messaggi provenienti da una zona specifica, che il Kona era in grado di identificare con le apparecchiature radiogoniometriche, in codici che i tedeschi non avevano decrittato, per dare l’impressione che in quell’area ci fosse un accumulo di truppe.

Data la diversa frequenza di traffico tra i vari livelli dell’Esercito – corpo d’armata, divisione e brigata –, era possibile creare nella mente dei tedeschi un ordine di battaglia del tutto fittizio. Poiché la Raf controllava i cieli della Gran Bretagna, i ricognitori nazisti vedevano solo ciò che gli alleati volevano far vedere. E gli agenti tedeschi presenti sul territorio britannico potevano confermare aspetti vitali del quadro che l’intelligence nazista costruiva meticolosamente sulla base di quelle informazioni false.

Carro armato gonfiabile. I ricognitori tedeschi credevano che fossero veri.

I giornali erano un’altra importante fonte di disinformazione per il nemico, perché i principali quotidiani britannici erano spesso disponibili nei Paesi neutrali. I ritagli della stampa locale potevano anche essere spediti, attraverso un Paese neutrale, ai responsabili delle spie tedesche. I giornali di provincia erano uno strumento di inganno particolarmente efficace. Non di rado contenevano informazioni su residenti che facevano parte dell’Esercito, menzionando di sfuggita la loro unità e posizione. I fidanzamenti e i matrimoni del personale militare riempivano le rubriche degli annunci personali, e le lettere dei lettori contenevano le lamentele della popolazione, che protestava per il comportamento fastidioso degli uomini alloggiati in una caserma della zona. Con l’attento uso di lettere, articoli e annunci fittizi, si poteva dipingere un enorme quadro ingannevole.

Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra, John Edgar Hoover, il capo profondamente antibritannico dell’Fbi, non volle avere nulla a che fare con il Comitato Venti. Ma dopo la creazione dell’Office of Strategic Services – il precursore della Cia, diretto dal maggior generale «Wild Bill» Donovan – nel 1942, fu istituito il Joint Security Control (Jsc), l’omologo della London Control Section, e Hoover creò un Comitato Venti tutto suo, noto come X2. I due organi condussero una campagna di disinformazione analoga negli Stati Uniti. Durante la pianificazione dell’invasione della Normandia, la strategia di inganno angloamericana fu coordinata dal Joint Committee of Special Means.

Pur non sopportando i britannici, Hoover era tutt’altro che incompetente quando si trattava di controspionaggio. Già prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti aveva preparato un elenco completo degli agenti tedeschi che operavano nel Paese (e un altro, seppur meno esauriente, di quelli britannici). Come i servizi segreti inglesi, poté approfittare dell’inettitudine dell’intelligence tedesca.



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