I miti dei dualismi occidentali by Ioan Petru Couliano

I miti dei dualismi occidentali by Ioan Petru Couliano

autore:Ioan Petru Couliano [Couliano, Ioan Petru]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo sesto

L’ABOLIZIONE DELLA LEGGE E DEL PADRE REALE: MARCIONE DI SINOPE

1. Le fonti.

Non è nostra intenzione affrontare in questa sede il problema delle fonti relative a Marcione, ai suoi discepoli e al suo gruppo, fonti che sono tutte indirette (vedi Riferimenti Bibliografici). La maggior parte dei materiali marcioniti è stata raccolta da Adolf von Harnack nelle 444 pagine delle Beilagen alla sua opera fondamentale, Marcion. Das Evangelium vom Frem-dem Goti. Ad Harnack non si può rimproverare di aver trascurato alcun testo importante; solo in qualche caso la sua interpretazione è apparsa unilaterale (cfr. B. Aland, Marcion; H.W. Drijvers, Marcionism in Syria).

Marcione era già assai celebre intorno al 150, quando Giustino Martire lo menziona nella sua Prima Apologia (26-58). I grandi eresiologi del II e III secolo—Ireneo, Clemente Alessandrino, Origene, Ippolito—ci forniscono molte informazioni su di lui. A partire dal IV secolo si occupano di Marcione soprattutto i polemisti orientali: i siriaci Adamanzio, Afraate, Efrem, Maruta, Isidoro di Pelusio, Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro, Epifanio, vescovo di Salamina nell’isola di Cipro, l’armeno Eznik di Kolb. Ma l’opera fondamentale su Marcione rimane il trattato polemico in cinque libri Adversus Marcionem, di Tertulliano, la cui composizione occupò alcuni anni a partire dal 207/8 (cfr. Harnack, p. 329*).

Come ha dimostrato Jean-Claude Fredouille (Tertullien et la conversion de la culture antique, 1972), Tertulliano è un retore di formazione classica. Gli innumerevoli schemi retorici che egli utilizza per difendere la sua posizione occupano la maggior parte del suo enorme trattato contro Marcione, l’eretico «più orribile di uno Scita, più errante di un Amaxobio, più rozzo di un Massageta, più audace di una Amazzone, più oscuro di una nube, più freddo dell’inverno, più fragile del gelo, più ingannevole dell’Istro, più scosceso del Caucaso» (Adv. Marc. I 1,4, tr. Moreschini).

Le informazioni fornite da Tertulliano sono sufficienti a darci un’immagine d’insieme del sistema di Marcione, ma non ci permettono di esaminarne tutte le sottigliezze.

2. Ricostruzione della dottrina di Marcione secondo Tertulliano.

Il punto di partenza delle speculazioni di Marcione è la teodicea, la questione unde malum ? (Tertulliano, Adv. Marc. 12). Marcione trova la risposta nella parabola dei due alberi in Le 6,43: l’albero buono non può dare frutti cattivi, né l’albero cattivo può dare frutti buoni. Ciò significa che il Bene è separato dal Male (posizione dualistica). Poiché in Is 45,7 il Creatore afferma di essere l’autore della Luce e delle Tenebre, del Bene e del Male, Marcione conclude che. questo dio non può essere altri che l’albero cattivo (12). Il fondamento della dottrina di Marcione è costituito dalla contrapposizione tra due dei diseguali: l’uno è buono, sconosciuto e naturaliter igno-tus (V 16); l’altro, il dio dell’AT, è giusto e conosciuto (16, 9). Quest’ultimo non è cattivo-, ciò che è cattivo è la sua creazione, questo mondo è l’uomo, a causa della cattiva qualità della Materia e della presenza in essa del principio del Male (che non è identico alla Materia: cfr. infra). A questo punto Tertulliano, per irridere Marcione, gli rimprovera di aver inconsciamente introdotto nel suo sistema non due, ma ben nove principii.



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