I sotterranei di Londra by Peter Ackroyd

I sotterranei di Londra by Peter Ackroyd

autore:Peter Ackroyd [Ackroyd, Peter]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2014-02-25T23:00:00+00:00


8.

Gli uomini talpa

C’è gente che sembra nata apposta per scavare. William John Cavendish-Scott-Bentinck, quinto Duca di Portland, vissuto nel diciannovesimo secolo, è famoso per i cunicoli e le stanze che aveva fatto aprire sotto la sua dimora di Welbeck Abbey, in modo da potersi muovere senza essere osservato: non voleva essere tenuto d’occhio dalla servitù. Il mondo sotterraneo gli donava sicurezza e invisibilità. Per un uomo del genere sarà stato un patimento venire alla luce…

In tempi più recenti, William Lyttle ha scavato una rete di gallerie sotto la sua proprietà, a Hackney. Ci lavorava di nascosto già da quarant’anni, quando fu scoperto, nel 2003, a causa delle segnalazioni dei vicini che non riuscivano a spiegarsi i cedimenti del terreno. Un giorno l’intera strada rimase senza luce, perché il signor Lyttle aveva danneggiato senza volerlo un cavo da 450 volt. Le gallerie partivano tutte da casa sua e si diramavano in ogni direzione, formando una sorta di ragnatela sotto terra, tuttavia il significato e lo scopo dell’impresa rimangono oscuri. «Si deve poter parlare di cunicoli senza farsi prendere dal panico» disse l’uomo ai giornalisti. Ma questa è precisamente l’atteggiamento di chi ama abitare i sotterranei: il brivido dell’ignoto. Lo stesso soprannome che si era dato, “uomo-talpa”, indica il timore inconscio della metamorfosi. Da quest’angoscia deriva la figura del Minotauro, metà uomo e metà toro, con un suo regno negli Inferi.

Un articolo afferma che il signor Lyttle «s’illuminava» parlando di stanze sotterranee e passaggi segreti, ma è difficile capire l’origine di tale fascinazione. Potrebbe essere il piacere di nascondersi, come nel caso del quinto Duca di Portland, il tentativo di sfuggire alle offese del mondo. O una fantasia di potere, nel senso che la forza si nutre di mistero. Prima della pensione, il signor Lyttle era un ingegnere elettronico, custode, di fatto, dei segreti di un potere invisibile. La fantasia dei sotterranei può rappresentare la paura di essere scoperti e il dono dell’invisibilità.

Quando gli fu chiesto se si considerava un inventore, Lyttle rispose che «è bello inventare cose inutili». Una risposta geniale, che coglie a pieno la gratuità di buona parte del fare umano. Ha un fine in se stessa, un fascino affine a quello della creazione artistica, quest’ossessione: l’atto di scavare nella terra. Lyttle non cercava «segreti», né «tesori nascosti» nel mondo sotterraneo, si proponeva semplicemente di creare nuovi spazi, un’attitudine profondamente radicata nell’uomo. Si stava scavando una tana.

Uno dei più insigni “uomini-talpa” fu di sicuro Marc Isambard Brunel che riuscì a coronare il sogno di realizzare un tunnel sotto il Tamigi. Si era già tentato due volte, in precedenza, di trafiggere la divinità fluviale: nel 1798 un ingegnere civile aveva proposto di scavare fra Gravesend e Tilbury, per stabilire «una via di comunicazione ampia e ininterrotta sotto il fiume», ma gli operai erano finiti ben presto nelle sabbie mobili e l’impresa non aveva avuto successo. Quattro anni più tardi, due tecnici della Cornovaglia, avvezzi a cercare tesori nel sottosuolo, iniziarono a forare la terra argillosa a Rotherhithe, puntando verso Limehouse, ma anche in questo caso i manovali furono fermati dalle sabbie mobili.



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