I titoli di coda di una vita insieme by Diego De Silva

I titoli di coda di una vita insieme by Diego De Silva

autore:Diego De Silva [De Silva, Diego]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2024-08-26T12:00:00+00:00


Le false intese

Non ho mai voluto che dormissimo in camere separate. E neanche in letti separati. È già abbastanza triste non fare piú l’amore: che almeno si stia vicini. A letto si fanno tante cose oltre al sesso, per esempio annunciare, rimproverarsi, discutere, litigare, fare pace, prendere decisioni e scendere a compromessi. Una cosa che faccio volentieri (o meglio facevo, ma preferisco parlare al presente, dato che mio marito e io dormiamo ancora insieme) è rivangare vecchi torti mai superati, che Fosco neanche ricorda o in cui nemmeno c’entra. Quando comincio lui mi dice che rimestare nei torti scaduti è una tipica molestia da camera da letto che gli infliggo per non farlo dormire, e che se soffro d’insonnia sarebbe il caso che mi alzassi e facessi dell’altro invece di rompergli i coglioni, e siccome è vero io nego e gli dico che non è giusto né carino da parte sua che non mi ascolti, dal momento che il peso che mi è rimasto sullo stomaco dovrebbe essere un problema anche suo.

Sí, lo riconosco, a letto mi viene voglia di litigare, specie da quando abbiamo smesso di fare l’amore. Ma anche questo dimostra, almeno credo, che a letto ci si abbandona piú facilmente alla sincerità. E poi c’è il buio che contribuisce. Parlarsi a letto è un po’ come deporre sotto giuramento. Diventa tutto un po’ scenografico, ed è piú difficile ritrattare. Poi va be’, si può mentire sempre e dovunque, fra le lenzuola o in tribunale, con il buio e con la luce, ma anche chi mente per abitudine a letto fa piú fatica. Me ne accorgo persino coi pazienti. Da distesi sono piú sereni, filosofici, accolgono meglio le notizie piú tristi. E tendono a confidarsi. A volte ti prendono la mano. Ma basta che si tirino su con la schiena per cambiare stato d’animo quasi di colpo. A seconda dei casi diventano reattivi, ansiosi, polemici; oppure s’inarcano in avanti e pendono dalle tue labbra come in una supplica. Io vorrei tanto dirgli quello che si aspettano di sentire, e quando mi arrampico sugli specchi per tirargli fuori un po’ di fiducia, mi prende uno sconforto che mi rovina le notti. Come adesso, che proprio non ce la faccio a restare a letto da sola e raggiungo Fosco che se ne sta semincosciente davanti alla tv. Il sistema che abbiamo concordato senza dircelo per dividere il letto separatamente: io mi avvio in camera molto prima, lui si stende sul divano a scorrere a tempo indeterminato le locandine dei film delle piattaforme (senza poi vederne nessuno) fino a raggiungere quel tipico stato catatonico che disarticola il corpo in posture sgraziate da marionetta ubriaca, per cui quando ti alzi impieghi qualche secondo a ricomporti e ti sembra che i panni ti stiano addosso al contrario, e poi mi raggiunge nel cuore della notte, quando ormai dormo profondamente e neanche lo sento infilarsi sotto le lenzuola, tenendosi a debita distanza da me. E dire che fino a poco tempo fa dormivamo avvinghiati come due koala.



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