Il Califfato del terrore by Maurizio Molinari

Il Califfato del terrore by Maurizio Molinari

autore:Maurizio Molinari [Molinari, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Religion & Spirituality, Islam, Foreign Languages, Italian, Religion, Society & Social Sciences
ISBN: 9788858677681
Amazon: B00SJ5H2FY
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-01-28T23:00:00+00:00


Il patto fra takfiri e baathisti

Lo Stato Islamico ha due matrici ideologiche convergenti, che si ritrovano nell’identità di chi ne compone la leadership, il governo sul territorio, i vertici militari e civili. La matrice dominante è una versione fondamentalista dell’Islam. Si basa su scritti che vanno da Ibn Taymiyya, studioso del XIV secolo, a Muhammad ibn Abd al-Wahhab, teologo del Settecento, fino agli ideologi salafiti contemporanei, accomunati da un’interpretazione che rigetta ogni tipo di innovazione avvenuta dai tempi del profeta Maometto e sostiene che qualunque variazione dai precetti puritani, frutto della lettura letterale del Corano e degli hadith, sia blasfema e debba essere sradicata. Di conseguenza gli sciiti, il sufismo e qualsiasi altra versione dell’Islam che si distingue da quella originale va distrutta. È questa l’essenza del takfirismo, la componente più assolutista e totalitaria del salafismo, secondo il quale ogni oppositore è per definizione un apostata (murtad) o un infedele (kafir). Proprio in base a tale interpretazione il Califfo al-Baghdadi rivendica la legittimità della propria violenza, affermando che tutte le sue azioni e politiche mirano a far rivivere l’Islam, a riportarlo alla sua versione più pura, unendo i musulmani di tutto il mondo sotto un unico governo, restaurando la grandezza e la dignità del suo popolo e adempiendo alle disposizioni di Allah.

La seconda anima dello Stato Islamico è il baathismo, ovvero l’ideologia del partito con cui Saddam Hussein dominò l’Iraq dal 1979 al 2003. All’ex partito Baath appartengono, infatti, molti dei militari entrati a far parte dell’Isis dal 2008 al 2010. L’ideologia baathista persegue la rinascita degli arabi a scapito di leader corrotti e potenze coloniali, per dar vita a un unico Stato pan-arabo sotto la guida di un proprio leader. Sebbene il Baath sia del tutto laico – tanto in Iraq che in Siria, gli Stati dove arrivò al potere alla fine degli anni Sessanta – lo sviluppo dell’Islam è stato interpretato dai suoi teorici come un’evidenza della grandezza della cultura araba. Tanto i salafiti-takfiri che i baathisti condividono la visione di un nuovo inizio basato sui fasti del passato e la necessità di far guidare lo Stato a una minoranza illuminata: quando i leader dei due gruppi si incontrano nella prigione americana di Camp Bucca, in Iraq, al-Baghdadi registra le prime convergenze con ex ufficiali di Saddam detenuti, nel segno anche della comune, viscerale avversione per il nemico sciita e l’Occidente.

A evidenziare la convergenza c’è quanto avviene nel 2010, quando Haji Bakr, ex alto ufficiale del Baath, viene scelto da al-Baghdadi per guidare la struttura militare di «al-Qaida in Iraq» dopo il raid Usa in cui vengono uccisi Abu Omar al-Baghdadi, allora leader del gruppo, e il suo vice Abu Hamza. Secondo alcune versioni, Haji Bakr, ex colonnello della guardia rivoluzionaria di Saddam Samir Abed Hamad al-Obeidi al-Dulaimi, sarebbe stato il personaggio-chiave nella corsa alla leadership di al-Baghdadi. I baathisti sono il tassello più importante di «al-Qaida in Iraq» fino al 2011, quando la guerra in Siria fa emergere una nuova generazione di jihadisti salafiti-takfiri, originari in gran



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