Il Cavaliere nero: La biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi (Italian Edition) by Carlo Porcedda & Paolo Biondani

Il Cavaliere nero: La biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi (Italian Edition) by Carlo Porcedda & Paolo Biondani

autore:Carlo Porcedda & Paolo Biondani [Porcedda, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2015-10-28T23:00:00+00:00


Frank Agrama, l’intoccabile

Frank Agrama, come si lascia scappare lui stesso in una lettera d’affari, è «un agente»: un rappresentante del gruppo italiano nei rapporti con la Paramount. Fatto confermato indirettamente dalla stessa Mediaset in occasione della quotazione in Borsa, quando informa i mercati di avere rapporti «diretti» con quel colosso del cinema di Hollywood. Eppure Agrama, con le sue dubbie società di «intermediazione», realizza margini di profitto astronomici, spesso del 200 per cento. Dalla fine degli anni Ottanta al 1998 incassa profitti netti per ben 170 milioni di dollari. Ogni tre dollari spesi da Mediaset per comprare pellicole con l’etichetta Paramount, uno finisce in tasca a lui. Una follia.

Ma chi è davvero Frank Agrama, che le sentenze del processo Mediaset indicano come «socio occulto» di Berlusconi? A farne il ritratto più completo, poi confermato da molte altre fonti, è il produttore italiano Alfredo Cuomo. Interrogato nel 2003, quando l’inchiesta Mediaset è ancora agli inizi, Cuomo è prodigo di particolari, almeno finché si tratta di parlare degli altri. Rivela che Agrama ha cominciato la sua avventura nel cinema a Roma, alla fine degli anni Settanta, quando lavorava come rappresentante di una piccola società di distribuzione statunitense. Cuomo lo rivede qualche anno dopo a Los Angeles, mentre cerca nuovi contatti con i produttori americani. È allora che Agrama fa il salto di qualità e diventa di fatto il distributore esclusivo della Paramount in Italia, soffiando il posto a un italiano, Vittorio Balini, ex bagnino di Ostia, capostipite di una famiglia che poi ha fatto fortuna tra discoteche e porti.

In quegli anni, mentre in Italia le tv private erano appena nate, Cuomo ricorda di aver visto parecchie volte Agrama insieme a Lorenzano e ai top manager della Paramount, Bruce Gordon e Peter Cary. E non nasconde ai magistrati cosa si diceva, negli ambienti cinematografici, della fulminante carriera di Agrama e delle rapidissime fortune della sua società, la Harmony Gold di Sunset Boulevard, Los Angeles.

«Quello che pensavamo era che ci fosse un accordo tra Lorenzano, Agrama, Gordon e Cary in base al quale si spartivano dei fondi neri creati proprio sulle intermediazioni dei diritti. Ma quello che ci lasciava perplessi era la posizione di Carlo Bernasconi, perché lui è sempre stato un uomo di grande onestà. Noi escludevamo che lui potesse essere parte di un accordo simile. Io ci tengo a dire che l’ho conosciuto personalmente, ed era un uomo assolutamente trasparente e fedele, e il mio apprezzamento era condiviso da molti altri. Sapendo che Carlo Bernasconi non poteva non rendersi conto di quello che stava succedendo, pensavamo che fosse costretto a tollerare la situazione. Abbiamo pensato che se Bernasconi ne avesse avuto la possibilità, avrebbe anche cacciato Lorenzano dal gruppo» spiega Cuomo. A un operatore del settore come lui, insomma, risulta «incomprensibile» il motivo per cui «Bernasconi tollerasse una simile situazione, che andava avanti sin dall’inizio dei rapporti con Paramount».

Un dirigente della Fininvest, sentito dai magistrati, racconta di aver sollevato il problema proprio con Carlo Bernasconi, sentendosi rispondere che «era impossibile scavalcare Agrama, in quanto socio occulto di Bruce Gordon».



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