Il cinema italiano by Antonio Costa

Il cinema italiano by Antonio Costa

autore:Antonio Costa [Costa, Antonio ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica e spettacolo, Farsi un'idea
editore: Il Mulino
pubblicato: 2013-04-14T16:00:00+00:00


L’aia, il sagrato e la passerella di Miss Italia

Nel film Le invasioni barbariche (Les invasions barbares, 2003) di Denys Arcand, il protagonista Rémy (Rémy Girard) rievoca i turbamenti che da adolescente gli aveva procurato Il cielo sulla palude (1949) di Augusto Genina, un film italiano ambientato agli inizi del secolo scorso nelle paludi pontine e dedicato alla vita di Maria Goretti, proclamata santa da Pio XII nel 1950. Ci vuole un certo grado di perversione per eccitarsi alla vista della futura santa che solleva una severa gonna lunga fino ai piedi per un casto pediluvio, ma le vie dell’erotismo (cinematografico) sono infinite. La ricerca di un’attrice, rigorosamente presa dalla strada, per il ruolo di protagonista, impegnò a lungo Genina che, dopo aver esaminato circa 4 mila aspiranti, alla fine scelse Ines Orsini, per il ruolo della contadinella che si lasciò uccidere piuttosto che cedere all’uomo che la insidiava. Espressione di quello che fu ribattezzato il neorealismo cattolico, Il cielo sulla palude fu l’inizio di un’effimera carriera cinematografica per la giovane interprete, come del resto capitò a molti altri attori presi dalla strada: dopo il film di Genina, che fu premiato a Venezia per la regia, Ines Orsini girò solo un altro film, in Spagna: Il segreto di Fatima (La señora de Fátima, 1951) di Rafael Gil.

Miglior sorte toccò a quelle attrici che, riferendosi ad altri modelli iconografici, decisamente più glamour e meno edificanti, seppero imporsi nell’immaginario del pubblico italiano. Il caso più celebre è quello di Silvana Mangano, che dopo essersi fatta notare in un manifesto per le elezioni del 1948 in cui invitava gli italiani a rispettare l’obbligo del voto e come icona delle confezioni della carne in scatola Erp (European recovery program), dilagò dal grande schermo sulle pagine dei rotocalchi con le sue calze nere e i suoi calzoncini corti di mondina, che ancora non si chiamavano hot pants. Riso amaro (1949) di De Santis inaugura anche uno degli aspetti più caratteristici del cinema italiano del dopoguerra: una curiosa commistione tra sagrati erbosi di campagna e passerelle dei concorsi di bellezza, tra la più dimessa iconografia neorealista e la prorompente femminilità delle «maggiorate fisiche». È questa la colorita definizione con la quale sono designate le nuove leve del divismo femminile italiano, reclutate per lo più attraverso i concorsi di Miss Italia: Silvana Pampanini, Silvana Mangano, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Lucia Bosè. Il termine «maggiorata fisica» verrà coniato più tardi, dall’avvocato (Vittorio De Sica) che difende una fanciulla di prorompente bellezza (Gina Lollobrigida) in Il processo di Frine, episodio del film Altri tempi (1952) di Blasetti. Ma il concorso di Miss Italia ha origini più lontane: esso risale al 1939, quando Dino Villani e Cesare Zavattini avevano lanciato il concorso fotografico «Cinquemila lire per un sorriso», escogitato per aggirare la legge fascista che proibiva i concorsi di bellezza e le sfilate di miss. Sospeso durante la guerra, il concorso fu ripreso nel 1946 e, senza infingimenti, poté chiamarsi Miss Italia. Non è un caso che nella prima giuria del



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.