Il consigliere di stato by Boris Akunin

Il consigliere di stato by Boris Akunin

autore:Boris Akunin [Akunin, Boris]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Frassinelli
pubblicato: 2022-03-22T23:00:00+00:00


«Sì, qualcosa del genere», rispose Diana dopo una pausa. «Ma non ho rimpianti. Recitare nella vita è assai più interessante che sulla scena. Con i giovani sciocchi, che hanno la testa infarcita di libri nocivi, io interpreto una parte, con Burljaev un'altra, con Svercinskij un'altra ancora... Io sono più felice di molti altri, signor Fandorin. Non mi annoio mai.»

«Capisco la differenza tra il ruolo di nichilista e di collaboratrice, ma davvero bisogna avere un d-diverso atteggiamento con il colonnello dei gendarmi Sveréínskij e il tenente colonnello Burljaev?»

«O-oh, si vede subito che non vi intendete per niente di teatro.» Alzò con fervore le mani e le batté, meravigliata. «Si tratta di due ruoli completamente differenti. Volete che vi dica il modo per ottenere successo con gli uomini? Pensate che serva la bellezza? Niente affatto! Che bellezza posso avere io, se nemmeno mi vedete in faccia? È tutto molto semplice. Bisogna comprendere che tipo è l'uomo e recitare per contrasto. È come con l'elettricità: cariche opposte si attirano. Prendiamo Pétr Ivanovic. È una persona forte, rozza, portato per l'azione diretta e la violenza. Con lui sono debole, femminile, indifesa. Aggiungeteci poi l'interesse di servizio, l'aroma del mistero, di cui gli uomini sono così bramosi, e il povero Burljaev diventa più malleabile della cera.»

Erast Petrovic sentì che la meta era a un passo, vicinissima... purché non andasse tutto in fumo.

«E Sverèinskij?»

«Be', quello è di tutt'altra pasta. Furbo, prudente, sospettoso. Con lui sono ingenua, impulsiva, un po'

grossolana. Dell'interesse e del mistero già vi ho detto, è un componente essenziale. Ci credete se vi dico che la settimana scorsa Stanislav Filippovié stava qui ai miei piedi, che mi supplicava di dirgli se ho una relazione con Burljaev? L'ho scacciato e gli ho ordinato di non presentarsi senza invito. Che razza di collaboratrice, eh? Il più importante gendarme del governatorato mi fa da barboncíno, gli dico cuccia, e lui subito giù!»

Eccolo, il risultato numero uno: Svercinskij non era stato lì dalla settimana prima, quindi le informazioni sull'arrivo di Chrapov Diana non aveva potuto riceverle da lui.

«Brillante!» approvò il consigliere di stato. «Quindi, lo sfortunato Stanislav Filippovié già da un'intera settimana si t-trova in esilio? Poveraccio! Ecco perché era così furioso. I servizi segreti sono rimasti padroni del campo.»

«Ah, no!» La donna fatale fece una risatina sommessa. «Il fatto è proprio questo: no! Anche a Burljaev ho dato una settimana di riposo! Doveva credere che gli avessi preferito Sveréinskij !»

Erast Petrovic si accigliò: «Mentre in realtà?»

«In realtà...» La collaboratrice si inclinò e sussurrò confidenzialmente: «In realtà avevo i soliti problemi femminili e in ogni caso dovevo riposarmi da entrambi i miei amanti!»

Il consigliere di stato d'istinto ebbe un moto di repulsione e Diana cadde ancor di più in preda al suo attacco d'allegria sibilante-fischiante, assai soddisfatta dell'effetto prodotto.

«Voi siete un cavaliere delicato, cerimonioso, che segue regole severe, perciò vi stuzzico con il cinismo e la trasgressione delle convenzioni», ammise con noncuranza l'attrice mancata. «Ma lo faccio non per un interesse pratico, bensì esclusivamente per amore dell'arte. I miei problemi femminilí sono finiti, ma voi, monsieur Fandorin, non avete alcuna speranza.



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