Il Fioraio di Monteriggioni by Cristina Katia Panepinto

Il Fioraio di Monteriggioni by Cristina Katia Panepinto

autore:Cristina Katia Panepinto [Panepinto, Cristina Katia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Toscana, killer, Fiction, Firenze, Mystery & Detective, Mistero, Romance, amore, Omicidio, Fioraio, DONNE, Literary
ISBN: 9788868824839
Google: psPFCQAAQBAJ
editore: Lettere Animate Editore
pubblicato: 2015-06-03T05:34:05+00:00


Quindici

Martedì, 24 marzo

A carte scoperte

L’atmosfera nella stanza dell’interrogatorio si era fatta più tranquilla e l’avvocato annunciò subito che il suo cliente era disposto a chiarire il proprio ruolo negli avvenimenti di quella notte. Persa ogni arroganza, Leonardo aspettava a testa bassa che gli fosse data la parola. Sul suo viso si erano accentuate le due profonde rughe ai lati della bocca che gli conferivano quella singolare espressione da clown.

«Bene signor Bencini, siamo qui per ascoltarla.»

Leonardo trasse un respiro profondo e rivolse la fronte verso il soffitto.

«Nella tarda serata del 19 marzo sono andato a casa di Fiona. Avevamo un appuntamento e volevo sbrigare le cose in fretta. Siccome Claudia non ha mai voluto darci una copia delle chiavi, ho suonato al citofono. Ho provato più volte, ma nessuno ha risposto. Stavo per chiamarla al cellulare, quando una donna ha aperto il portone e io ne ho approfittato per entrare. Sono salito, ho bussato. Niente. Ho provato allora a girare la maniglia e ho trovato la porta aperta. La sala era immersa nel buio. Ho acceso la luce e ho visto il corpo di Fiona per terra, vicino al bagno. Era supina, con le mani legate dietro la schiena e dei fiori tra le labbra.»

Si passò una mano sugli occhi quasi a voler dissolvere quell’immagine impressa nella memoria.

«Mi sono avvicinato e ho capito che era morta. Subito sono entrato nel panico. Se avessi chiamato la polizia, avrei dovuto spiegare la mia presenza nell’appartamento e la cosa avrebbe potuto procurarmi dei problemi. Non potevo però semplicemente andar via, perché sapevo di essere stato notato sul portone. Cominciai quindi a pensare al modo migliore per uscirne pulito. Il corpo era ancora mobile e caldo, così mi balenò in mente un espediente abbastanza plausibile da inscenare fino alla viuzza dove avevo lasciato l’auto. Mi costrinsi a non ripensarci e, sebbene fosse incredibilmente rischioso, decisi di portarla fuori fingendo che fosse viva.»

Leonardo divenne più energico e tutto il suo corpo prese a vibrare mentre riviveva l’agitazione da cui era stato assalito quella notte.

«Fiona era nuda. Sono andato nella sua camera a prendere dei vestiti e l’ho portata in bagno per sistemarla. Per fortuna non aveva perso molto sangue dalla ferita ed è stato abbastanza facile ripulirla. Le ho slegato i polsi, ho tolto quegli orribili fiori dalla bocca e l’ho rivestita. Poi mi sono preoccupato di far sparire al meglio lo sporco e le impronte. Sapevo che non avrei potuto cancellare tutto, ma ho pensato che avrei trovato una scusa adeguata, in caso di necessità. Appena ogni cosa mi sembrò in ordine, ho chiuso la porta con le chiavi di Fiona e ho trascinato il corpo fino al parcheggio, sforzandomi di risultare credibile agli occhi dei passanti.»

Si arrestò ansimando leggermente. Quando riprese aveva un tono più tranquillo.

«Una volta in macchina l’ho abbandonata in un luogo qualsiasi e sono tornato a casa. Questo è tutto.»

Amedeo rimase a guardarlo, picchiettando i polpastrelli sul tavolo.

«Ammettendo che le creda, ci sono diversi particolari da rivedere assieme.»

Leonardo annuì massaggiandosi le tempie con la punta delle dita.



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