Il genio di beethoven by Giorgio Pestelli

Il genio di beethoven by Giorgio Pestelli

autore:Giorgio Pestelli [Pestelli, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Donzelli Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


6. Un riposo relativo.

Questo proseguimento, assieme alla sosta introspettiva tipica di un secondo movimento moderato, è l’Andante con moto, che ogni tanto scompiglia le linee per guardare in avanti, verso il finale della sinfonia. Una impostazione più riposata è già garantita dalla forma del tema con variazioni: dopo la furiosa rettilineità del primo movimento, dove Beethoven sembrava non avere tempo per niente, qui si dedica anche a osservare e cesellare; ed è indubbio che, dopo la percussività dell’Allegro con brio, la prima frase (dolce) di viole e violoncelli, con pizzicato dei contrabbassi, allarga il cuore con il suo tema pieno di fiducia in qualcosa di concorde: siamo nello spirito del secondo tema in maggiore della Marcia funebre della Terza, o forse più indietro nella pace senza nubi dell’Adagio cantabile della Patetica. In un abbozzo questo tema è indicato come Andante quasi Menuetto (Thayer 1973, p. 431), e infatti oltre all’amabilità del Lied tiene qualcosa del passo di danza: una danza che confina con la marcia per quei rintocchi di ritmo puntato che la rendono simile all’Andante con moto, pure in La bemolle, della Sonata op. 57, Appassionata. Come seconda strofa del tema (b. 23) clarinetti e fagotti espongono un motivo che, per la sua grazia, potrebbe stare nel Larghetto della Seconda sinfonia, ma la cosa cambia quando uno scatto lo innalza al Do maggiore di ottoni e timpani in una spettacolosa fanfara militare, eco ancora una volta di marce e inni rivoluzionari; questa fanfara, che torna tre volte e sempre in Do maggiore, traguarda verso il finale come suo ambiente naturale; ma anche il primo movimento non è del tutto dimenticato nella visione organica della sinfonia, perché viole e violini secondi (bb. 76-77, 88-96) riprendono in pianissimo, come un lontano ronzio, la scansione inquietante del tema bussato: riposo relativo, dunque. Le variazioni in se stesse si limitano a ornare il tema, sempre affidato al legato degli archi, con singole note staccate dei legni; ma la struttura ripetitiva della forma variata è evitata dall’apparizione a sorpresa della fanfara e dall’inserimento di una sorta di intermezzo; dove il tema principale, inclinando verso il minore, assume un’aria furbesca, cui la bellissima coda (bb. 205 sgg.) aggiunge ancora un tocco esotico, o almeno romanzesco.



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