Il nazionalismo italiano by Franco Gaeta

Il nazionalismo italiano by Franco Gaeta

autore:Franco Gaeta
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Nazionalismo, Politica,
ISBN: 20-1861-6
editore: Laterza
pubblicato: 1981-02-11T05:00:00+00:00


7. Il nazionalismo e l’intervento

Tale era dunque il nazionalismo italiano, nella definitiva edizione 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale. La sua influenza sull’opinione pubblica si era andata capillarizzando attraverso tutta una serie di fogli locali di intonazione variamente modulata, ma sempre registrata sul tono fondamentale della critica alla, reale o pretesa che fosse, inefficienza nazionale della classe politica d’ispirazione giolittiana. In un paese di non grande e soprattutto non profonda e diffusa cultura politica qual’era l’Italia, la polemica antisocialista e antigiolittiana era un affare assai serio e lo era soprattutto per la contradditorietà delle sue voci. Quando aveva scritto « On n’ecoute que ceux qui crient », Pareto aveva detto una grossa verità; si trattava di vedere chi avrebbe gridato di più, o più precisamente chi avrebbe gridato « meglio ». Anche per i nazionalisti, come per Salvemini, Giolitti poteva esser definito un ministro della mala vita: si trattava di vedere se ad affossare questa specie di vergogna nazionale sarebbe stata più efficace la critica salveminiana tutta cose e dati di fatto, o l’assalto nazionalista che, mentendo disinvoltamente ed agitando miti di grandezza e di potenza con l’irresponsabilità propria di chi faceva prevalente oggetto della propria meditazione soltanto i problemi di un espansionismo taumaturgico, colpiva Giolitti e il suo sistema e il suo stile proprio per quella ponderatezza e per quel realismo che avrebbero potuto, se mai, essere per Salvemini e per gli « unitari » un titolo di merito, se non ci fosse stata in loro l’idea fissa della degenerazione burocratico-riformista del socialismo. L’area di diffusione della stampa nazionalista era nel 1914 un’area prettamente centro-settentrionale, solo Napoli e Taranto, nel Sud, avevano periodici d’intonazione nazionalista 148. Nell’Italia centrale, periodici nazionalisti uscivano a Firenze e a Roma; al Nord, si avevano fogli nazionalisti a Torino, a Milano, a Padova, a Venezia, a Ferrara, a Rovigo, a Udine, ad Alessandria, a Bologna 149. Il portavoce più autorevole della politica nazionalista restava però l’« Idea nazionale », che proprio in connessione col Congresso milanese ricevette cospicui aiuti dagli ambienti industriali che rappresentavano l’area di più seria opposizione alla politica generale di Giolitti. Ancora nel giugno 1912 questo giornale si trovava in una situazione finanziaria « non molto lieta » ed era alla ricerca di finanziatori fissi; ma alla fine del 1914 esso presentava una situazione ben diversa e disponeva di una redazione numerosa e brillante 150. Proprio il giorno precedente all’apertura del Congresso di Milano, si costituì a Roma la società anonima « L’Italiana » per la pubblicazione di un quotidiano. Il capitale sociale ammontava a 700.000 lire, in 140 azioni da 5000 lire cadauna, completamente sottoscritte, ed avrebbe potuto essere aumentato fino alla cifra di due milioni. Il consiglio di amministrazione risultava composto da Dante Ferraris (che rappresentava un gruppo di azionisti per una quota di 135.000 lire), da Alberto Maria Bombrini, da Giacomo Rattazzi, da Enrico Corradini, da Pier Ludovico Occhini. La redazione politica del giornale sarebbe stata costituita da Coppola, Corradini, Forges Davanzati, Federzoni e Maraviglia, e sarebbe rimasta in carica per tutta la durata della società, prevista fino al dicembre 1929.



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