Il paziente by Juan Gómez-Jurado

autore:Juan Gómez-Jurado [Gómez-Jurado, Juan]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Thriller & Suspense
ISBN: 9791259673985
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-01-26T10:49:04+00:00

Kate

La lunga attesa fu una tortura.

Kate aspettava, la schiena contro la parete del capanno e la pistola che puntava a terra, ripercorrendo con la mente quanto era successo, chiedendosi se avesse commesso un errore entrando in quella trappola. Rimanere lì la stava rendendo ancora più nervosa. Risalire la collinetta fino alla strada senza sapere se ci fosse qualcun altro era una follia. Si chiese se dovesse rispondere all’SMS di David, per capire se poteva raccontarle qualcosa, ma non voleva perdere la concentrazione neanche per un istante.

All’improvviso ci fu un colpo di tosse da fumatore. E subito dopo dall’altra parte della porta si sentì una voce, stavolta in inglese. Kate incollò l’orecchio alla parete del capanno e riuscì a distinguere le parole dell’intruso.

«No, non potuto telefonare prima. No, no, linea cellulare no funzionava. Sì, capisco. Errore operatore. Io detto che Verison era grande porcheria».

Silenzio.

«Già detto che guardato dappertutto. Dejan e mio fratello girano in dintorni, no macchine sospette, no pick-up, no niente».

Silenzio.

«Sì, sì, io capisco. Controlleremo tutta casa altra volta. Ma qui nessuno. So perché messo trappola invisibile con capello appiccicato con saliva su porta fuori, capello cade se apri porta e capello ancora stesso posto, capisce?».

Un altro silenzio.

«Sì, ricordo Istanbul. No colpa mia quella volta».

Un nuovo silenzio, stavolta più lungo.

«È lei che paga», disse l’intruso con la voce molto tesa.

Controlleranno tutto un’altra volta. Se vedono il lucchetto aperto, entreranno. Posso abbattere il primo, ma gli altri non saranno così stupidi. Spareranno attraverso le pareti del capanno e sarò spacciata. Questa plastica inconsistente non fermerebbe neanche una zanzara.

Ma Kate non poteva fare nulla se non aspettare con il dito sul grilletto.

Fuori, la pioggerellina diventò un vero e proprio diluvio. Le gocce rimbalzavano con forza sul tetto del capanno, come pallottole che cadevano in un secchiello da spiaggia. Kate credette di sentire in due occasioni una macchina che si metteva in moto, ma non ne era sicura.

Nessuno entrò nel capanno e lei non registrò altri rumori nel giardino. Il tempo si dilatò e svanì in quell’asfissiante oscurità, che le fece pensare a Julia e al calvario che sicuramente stava passando. Aspettò per due ore che sembrarono eterne, sentendosi inutile e impotente. Si rese conto che tutta la preparazione, tutta l’energia che sprigionava, tutta la forza della sua posizione dipendeva fondamentalmente dal comportamento degli altri. Lei era l’agente speciale Robson, dei servizi segreti. Annunciare questo a un sospettato suscitava una paura istantanea, perché lei non era soltanto una donna forte con una pistola, era la faccia del Leviatano. Toccare lei era strattonare il mantello di Superman, o sputare contro vento. Nessuno scherza con i servizi segreti.

Tuttavia, agendo di nascosto e nel panico non era altro che il parente spaventato di una vittima. Cominciava a chiedersi se aver assecondato David non fosse stato un tremendo errore.

Alla fine decise che era impossibile che gli intrusi fossero ancora in casa. Si alzò in piedi, con i muscoli indolenziti per essere rimasti tanto tempo nella stessa posizione. Fletté le braccia e le gambe diverse volte prima di uscire.

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