Il rabbino e il commissario - Non uccidere by Michel Bergmann

autore:Michel Bergmann [Bergmann, Michel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Emons Libri
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

8

Sono le sette passate, l’ambulatorio medico è chiuso. Finalmente Marek Perlmann può salire di nuovo in cattedra e si gode il suo momento. Cammina avanti e indietro per lo studio e osserva il rabbino, costretto a sorbirsi la lezione dell’amico.

“L’insufficienza cardiaca è una condizione complessa,” pontifica il dottore, “in cui il cuore danneggiato non è più in grado di soddisfare le esigenze dell’organismo. Il corpo vuole sangue nuovo, ricco di ossigeno, che lui non riesce più a fornirgli. Ciò può avvenire soltanto sotto sforzo oppure anche a riposo. Nel caso di Ruth Axelrath, sappiamo che era anziana e soffriva di ipertensione adeguatamente trattata. Prendeva tre volte al giorno un ACE-inibitore, il Captopril, e un tiazidico ad azione diuretica. Come abbiamo potuto vedere, assumeva anche un antiaritmico, infatti non è raro che l’insufficienza cardiaca si accompagni a un battito irregolare. Il segnale del restringimento delle arterie coronariche è la stenocardia, ossia l’angina pectoris, quello che comunemente viene chiamato attacco di cuore. Si tratta di un senso di oppressione in corrispondenza dello sterno con irradiazioni al braccio sinistro. Per questo le era stato prescritto il Nitrospray da usare al bisogno, e infatti ha cercato di afferrare l’inalatore prima di morire.”

“Ma nel suo corpo non sono state trovate tracce di nessuno di questi medicinali. Cosa succede quando si smette di prenderli, come evidentemente ha fatto lei?”

“Se si interrompe il trattamento o si sostituiscono i farmaci con dei placebo, le condizioni del paziente peggiorano, diventa sempre più debole e fatica a respirare, prima solamente sotto sforzo e poi anche a riposo, finché, a meno che non venga ricoverato in ospedale, muore. In caso di scompenso cardiaco acuto, il sangue ristagna nei polmoni rischiando di provocare un edema, una sindrome gravissima caratterizzata da una forte sensazione di soffocamento. Anche le aritmie possono causare un arresto cardiaco, che in breve tempo porta alla morte.”

“In mancanza di un tempestivo intervento medico, giusto?” lo interrompe il rabbino.

“Allora, tecnicamente quello che hai immaginato tu è possibile, presuppone un graduale processo di peggioramento durante il quale però Ruth Axelrath si sarebbe dovuta accorgere che la cura non faceva effetto.”

“A meno che il suo medico non abbia minimizzato la gravità della situazione, magari dandole qualcosa che sul momento la faceva stare meglio per rassicurarla.”

“Potrebbe essere andata così,” ammette Perlmann.

“Grazie della spiegazione.”

Perlmann abbassa la tapparella, chiudendo ufficialmente l’ambulatorio. Poi guarda il suo amico e paziente.

“C’è altro?”

Henry esita. “Mi faresti un’impegnativa?” domanda infine. “Vorrei andare da un cardiologo.”

“Perché? Sei sano come un pesce. Gli esami del sangue sono perfetti e il tuo elettrocardiogramma è l’elettrocardiogramma del mese.”

“Sì, ma io voglio consultare uno specialista. Il dottor Ostermüller, per esempio.”

“Non ci posso credere,” sospira Perlmann sedendosi. “Se Ostermüller è coinvolto nella faccenda, sempre che esista ‘una faccenda’, e io ti mando da lui, si insospettirà.”

“Marek! Io voglio che si insospettisca, lo capisci? Se lo facciamo uscire dal guscio, forse commette un errore.”

“Sei completamente matto, te lo dico io!”

Ma la stampante è già in funzione, e un attimo dopo l’impegnativa è pronta.

L’ambulatorio del cardiologo Jens Ostermüller si trova in uno splendido palazzo nella parte est di Francoforte.

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