Il rumore dei baci a vuoto by Luciano Ligabue

Il rumore dei baci a vuoto by Luciano Ligabue

autore:Luciano Ligabue
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858405864
editore: Einaudi
pubblicato: 2012-01-01T05:00:00+00:00


Il rumore dei baci a vuoto

Per giorni e giorni si sarebbe chiesto come mai quella sera avesse scelto proprio quella strada. Ogni volta che era stato dai Bonacini, aveva sempre preso la provinciale. Cosa gli era girato per la testa stavolta? Quella stradina stretta e piena di curve. E adesso non riusciva a scacciare dalla testa quell’insopportabile proverbio… Chi lascia la strada vecchia per la nuova… vaffanculo i proverbi e chi li inventa.

– Ci sono anche Fede e la Sara?

– Sì, anche loro.

– E Marco?

– C’è anche Marco. Ti ho detto che ci sono tutti.

Non metteva più suo figlio sul seggiolino montato dietro. Che gli dessero pure la multa. Va bene, c’era un bambino di tre anni e mezzo seduto di fianco a lui con la cintura di sicurezza che gli attraversava il collo… e allora? Avrebbero dovuto parlarsi guardandosi nello specchietto retrovisore?

Nonostante fosse quasi buio, si vedeva quanto l’autunno era esploso. Pensò che non era normale che a una stagione così malinconica corrispondessero colori così potenti.

– Perché la mamma non è con noi?

– Perché è già là ad aiutare la mamma di Linda a preparare la cena.

– Perché?

– Perché questa sera siamo in tanti e aveva bisogno di una mano.

– Perché siamo in tanti?

Goditi tutti i tuoi perché, pensò. Ti ritroverai, senza accorgertene, a smettere di chiederli. Oppure qualcuno lo eviterai con cura.

– Siamo in tanti perché ci ha tutti invitati la mamma di Linda.

– Allora c’è anche Linda?

– Massì, Milo. Ci sono tutti.

Qualche carro lasciato sotto i filari. Si sarebbe vendemmiato anche di domenica mattina.

– Ho sentito che tu e Maicol vi siete picchiati all’asilo.

Una pioggerella sottile sottile.

– Allora? Non mi dici niente?

– È stato lui.

– È stato lui a fare cosa? A picchiare o a cominciare?

– A cominciare.

– Spero che sia andata proprio così. Lo sai che se ti devi difendere va anche bene, ma non voglio che tu picchi mai per primo. Mai.

– Lo zio Alle dice che il primo che picchia vince.

Sorrise. Quel coglione di suo fratello.

– Lo zio Alle non ne dice mai una giusta.

Il gelato, nel baule, si stava probabilmente squagliando, ma non avrebbe fatto più dei sessanta su una strada che conosceva così poco.

– E Milena? Vero che ti piace?

Gli venne in mente che da piccolo odiava quando cercavano di indagare sulle sue infatuazioni. E allora perché aveva fatto quella domanda? A un bambino di neanche quattro anni, andiamo. La complicità fra ometti, ma dai.

Fu proprio allora che quell’idiota di un gatto uscì dal fosso di fianco. Di colpo. Sbucato fuori a venti metri dalla macchina e poi piantato lì, in mezzo alla strada. Stregato dai fari.

Lui aveva affondato il piede sul freno ma il fondo era scivoloso per la pioggia. Fu inevitabile metterlo sotto. Ci fu quello sgradevole rumore, quel sobbalzo nauseante.

Il bambino non fece in tempo a finire cosa c’è? che venne strozzato dalla cintura di sicurezza. Il padre accostò di scatto. Gliela slacciò, se lo mise in spalla e cominciò a battergli la schiena. L’aria non passava. Si trovò a nominare Dio.



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