IL Suggeritore by Donato Carrisi

IL Suggeritore by Donato Carrisi

autore:Donato Carrisi [Carrisi, DonatoIL Suggeritore]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Thriller
ISBN: 9788830426443
editore: Longanesi
pubblicato: 2009-01-14T23:00:00+00:00


Una volta lasciato l’ospedale, Mila aveva insistito per passare dallo Studio: voleva lavarsi e cambiarsi i vestiti. Continuava a ripetersi che se il maglione non fosse stato lacerato dalla pallottola e se il resto degli abiti non fosse stato sporco del sangue della ferita, si sarebbe tenuta quelli che già indossava. In realtà quell’imprevisto invito a cena le aveva messo agitazione, e non voleva puzzare di sudore e di tintura di iodio.

L’accordo tacito col dottor Gavila - anche se ormai doveva abituarsi a chiamarlo per nome - era che quella non doveva considerarsi affatto un’uscita di piacere e che, dopo cena, lei sarebbe tornata subito allo Studio per riprendere il lavoro. Però anche se ciò le procurava dei sensi di colpa nei confronti della sesta bambina - non riusciva a non provare un certo compiacimento per l’invito.

Non poteva fare una doccia per via della ferita. Così si lavò a pezzi e con cura, fino a esaurire la scorta del piccolo boiler.

Indossò un maglione a collo alto, nero. Gli unici jeans di ricambio risultavano provocatoriamente troppo aderenti dietro, ma non aveva scelta. La giacca di pelle era strappata all’altezza della spalla sinistra, dove si era sparata con la pistola, perciò non poteva utilizzarla. Con sua grande sorpresa, però, sulla sua branda nella foresteria era adagiato un parka di colore verde militare con accanto un biglietto: «Qui il freddo uccide più delle pallottole. Bentornata. Il tuo amico, Boris».

Si sentì piena d’affetto e riconoscenza. Soprattutto perché Boris si era firmato come «amico». Il che le toglieva ogni dubbio sul fatto che volesse provarci. Sul giubbotto c’era anche una scatola di mentine: il contributo di Stern a quel gesto d’amicizia.

Erano anni che non indossava un colore diverso dal nero. Il parka verde, però, le donava. Anche la taglia era giusta. Quando la vide scendere dallo Studio, Goran non sembrò accorgersi del suo nuovo look. Lui che era sempre abbastanza trascurato, probabilmente non faceva nemmeno caso all’aspetto degli altri.

Andarono a piedi fino al ristorante. Fu una passeggiata piacevole e, grazie al regalo di Boris, Mila non soffrì il freddo.

L’insegna della steakhouse prometteva succose bistecche di angus argentino. Sedettero a un tavolo per due, accanto alla vetrata. Fuori la neve ricopriva ogni cosa, e un cielo rossastro e fumoso ne preannunciava dell’altra per quella notte. All’interno del locale la gente conversava e sorrideva, spensierata. Una musica jazz riscaldava l’atmosfera e faceva da sottofondo alle chiacchiere innocenti.

Sul menu tutto sembrava buono, e Mila ci mise un po’ a decidersi. Alla fine optò per una bistecca di manzo ben cotta e patate al forno con abbondante rosmarino. Goran prese un’entrecote e insalata di pomodori. Entrambi ordinarono da bere solo acqua gasata.

Mila non aveva idea di cosa avrebbero parlato: se di lavoro o delle loro vite. La seconda opzione, per quanto interessante, la metteva a disagio. Ma prima aveva una curiosità da soddisfare.

«Come è andata veramente?»

«Che intendi?»

«Roche voleva sbattermi fuori dall’indagine, ma poi ha cambiato idea... Perché?»

Goran indugiò, ma alla fine si decise.

«L’abbiamo messo ai voti.»

«Ai voti?» si stupì lei.



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