Il vangelo del traditore by Bart D. Ehrman

Il vangelo del traditore by Bart D. Ehrman

autore:Bart D. Ehrman [Ehrman, Bart D.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Religione
ISBN: 9788804596905
editore: Mondadori
pubblicato: 2010-01-14T23:00:00+00:00


Il secondo incontro: la generazione degli immortali e la visione del tempio

La mattina seguente, Gesù riappare ai discepoli che gli domandano dove sia stato. Risponde di essersi recato «da un'altra generazione, grande e santa», ovvero di aver abbandonato il regno dei mortali per recarsi nella dimensione spirituale. I discepoli vogliono saperne di più sulla generazione «che è superiore a noi ed è più santa di noi». Per la seconda volta, Gesù ride. Ancora una volta la sua ilarità è dettata dalla loro ignoranza. Spiega loro che nessun mortale può vedere o visitare quel regno, non governato neppure dagli «angeli delle stelle». La risposta lascia i discepoli ammutoliti. Il giorno successivo, Gesù riappare ai discepoli, che hanno bisogno di chiarimenti. Hanno avuto una visione che deve essere interpretata. Il racconto che segue somiglia, a grandi linee, a un episodio dei vangeli del Nuovo Testamento. Secondo Matteo, Luca, Marco e Giovanni, durante la sua ultima settimana di vita, Gesù si recò a Gerusalemme insieme ai discepoli, in occasione della Pasqua. I discepoli, semplici paesani dell'entroterra della Galilea, furono intimiditi dall'aspetto imponente della grande città, in particolare dal meraviglioso tempio. Esclamano: «Guarda che pietre e che costruzioni!» (Mc 13,1). Gesù predice loro che, per quanto imponenti, esse saranno distrutte dal giudizio di Dio: «Non rimarrà qui pietra su pietra che non sia distrutta» (Mc 13,2).

Nel Vangelo di Giuda, ai discepoli compare in visione non tanto l'edificio del tempio, quanto gli eventi che si svolgono al suo interno, dove dodici sacerdoti sacrificano gli animali portati agli altari, mentre tutt'intorno la folla assiste al rito. I discepoli osservano i sacerdoti mentre celebrano il rito soltanto in apparenza, mentre in realtà si comportano in modo sacrilego. Alcuni di loro sacrificano i figli, altri le mogli . . . ; certi dormono con uomini; altri sono coinvolti in "uccisioni"; altri commettono una moltitudine di peccati e atti di illiceità. E gli uomini che stanno "dinanzi" all'altare invocano il "nome" tuo, e in tutti gli atti del loro difetto, i sacrifici sono portati a compimento. Alcune porzioni lievemente frammentarie del passo sono difficili da capire, ma il senso generale è chiaro. Si comprende che i sacerdoti ebraici del tempio violano ogni norma di decenza e di moralità, mentre invocano il nome di Gesù. I loro sacrifici, pertanto, sono assolutamente inadeguati.

Probabilmente i discepoli si aspettano che Gesù, nella sua spiegazione, discrediti la religione e i sacrifici degli ebrei, ma il suo commento giunge del tutto inaspettato. Ammette che i sacerdoti della visione sono coloro che invocano il suo nome. Ma chi sarebbero? Nient'altro che i discepoli, i seguaci stessi di Gesù:

Quelli che avete veduto ricevere le offerte all'altare, quello è ciò che siete. Quello è l'iddio che servite, e siete voi i dodici uomini veduti.

I dodici sacerdoti che commettono palesi atti di immoralità sono i discepoli; il dio che servono non è il vero Dio, ed ecco a che cosa conduce la religione quando è celebrata nel nome di quel dio. Che cosa rappresentano gli animali del sacrificio? Sono «le molte genti che voi sviate».



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