Impara ad amarmi by Hellen C. Worth

Impara ad amarmi by Hellen C. Worth

autore:Hellen C. Worth [Worth, Hellen C.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9786050491654
pubblicato: 2015-09-28T22:00:00+00:00


«Ti ha dato di volta il cervello?», lo aggredisco verbalmente prima che possa proferire parola. Lui se ne resta lì, davanti alla porta d’entrata appena richiusa, con una faccia da schiaffi su cui mi pare di scorgere un lieve sorriso beffardo, quasi fosse divertito nel vedermi così irritata. Con le braccia incrociate sul petto nudo, aspetta di sentirmi proseguire le invettive. Ciò non ha altro effetto che fare aumentare la mia collera. Provo l’impulso di prenderlo a pugni in questo stesso istante, infischiandomene della sua superiorità fisica, intanto continuo col mio sfogo:

«Non ti sei reso conto che tuo padre non mi vuole a quella sua dannata festa? E che mi dici della figlia di quei suoi amici, che anche un idiota capirebbe che vogliano vedere al tuo fianco? E …»

«…e non capisci che è proprio per questo che tu verrai con me?», mi dice interrompendo la mia invettiva.

«Cosa? E io dovrei farti da tappabuchi? E come giustifichiamo la mia presenza al tuo fianco? Ci hai pensato prima di uscirtene con la tua ingegnosa sparata?» Gesticolo in aria con la mano, alzando gli occhi alla ricerca del termine adatto. «La gente si porrà delle domande vedendoti in compagnia di una donna sconosciuta. Non mi sembra sia una cosa consueta per te, o sbaglio?». Lo interrogo, senza però ottenere altra risposta che un’alzata di spalle: vorrei strozzarlo! « Non potevi chiedermelo prima, invece che sbandierarlo davanti a tuo padre, senza peraltro interessarti se fossi o meno impegnata». Incrocio le braccia al petto respirando pesantemente: sono furente.

«Ti vuoi calmare? Non capisco il motivo di tanta agitazione. Lasciami spiegare. Mio padre festeggia i dieci anni di matrimonio e già da tempo aveva in programma questa festa, so che teneva alla mia presenza, ma quando prima l’ha fatta diventare un pretesto per appiccicarmi quella … beh, la figlia dei suoi amici …» liquida la definizione con un gesto della mano «non c’ho più visto, e l’unica soluzione che ho trovato lì per lì era quella di fingere di essermi già impegnato con te», apre le mani in segno di impotenza, pregandomi con la sua espressione rammaricata di comprendere l’impulsività che lo ha spinto a comportarsi in questa maniera. «Ti chiedo scusa, ma ora devi aiutarmi, in fondo è la stessa cosa che è successa a te con quello stupido … Pietro, no? Capisci cosa si prova ... »

Alza un sopracciglio sorridendo, come a risposta. Già, in effetti, non posso dargli torto. « In fondo, Giorgia, siamo amici, e non è questo che fanno gli amici? non si danno una mano nel momento del bisogno?».

Incastrata. Oppressa dal mio spiccato senso del dovere e da quella sua bella faccina supplichevole a cui risulterebbe impossibile negare un piacere. Ancora una volta mi ritrovo senza parole, costretta a piegarmi a una situazione indipendente dalla mia volontà, divisa tra mostrarmi riconoscente ricambiando un favore e la voglia di sfuggire a una situazione che percepisco come fonte d’imbarazzo. E l’arguto Diego ha saputo toccare i giusti tasti per scatenare i miei scrupoli di coscienza e costringermi ad accettare.



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