In questo mondo storto by AA.VV. SOS Villaggi dei Bambini;

In questo mondo storto by AA.VV. SOS Villaggi dei Bambini;

autore:AA.VV., SOS Villaggi dei Bambini; [SOS Villaggi dei Bambini, AA.VV. ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Psicologia, Percorsi
ISBN: 9788815366153
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


Ettore, non quello di Troia

Mi chiamo Ettore.

Non sono quello importante, quello di Troia, quello che ha lottato con Achille. Il mio nome è quello che aveva mio nonno, il papà della mamma, ed è per questo che mi chiamo così.

Però non sono neanche una «pippa», me la so cavare.

Ho diciassette anni e abito in una casa del Villaggio SOS, da sei anni, quando sono arrivato con i miei due fratelli più piccoli, Elisa, che oggi ha dodici anni e Mario, che compie domani quattordici anni.

In casa ci sono altri due bambini, Antonio, di sette anni e Greta, di nove anni, anche loro fratelli.

In casa ci sono poi Marta, Antonella e Alessandra, gli adulti che si occupano di noi, in realtà dei più piccoli, perché io ormai sono già capace di badare a me stesso, non in tutto, ma me la cavo.

Sto finendo il corso di formazione per aiuto cuoco e poi, spero, vorrei trovare un lavoro in un ristorante o meglio in una pizzeria perché i miei nonni sono napoletani e come facciamo noi la pizza non la fa nessuno.

La mia è una storia molto lunga che inizia quando io non ero ancora nato, così mi racconta Marta, la persona che in tutti questi anni mi ha seguito passo passo tutti i giorni. Oggi sono molto migliorato, ma gliene ho fatte passare tante quando ero più piccolo perché, come dice il mio insegnante di cucina, a volte sono proprio un «testone».

È una storia abbastanza comune a tanti bambini che arrivano al Villaggio: la mia mamma, a cui voglio un bene dell’anima, non ce la fa ad occuparsi di noi e non ce l’ha mai fatta, neanche all’inizio, quando ha conosciuto il mio papà e, dopo essersi innamorati «pazzamente» (così mi raccontava Marta, quando ero più piccolo) è rimasta incinta e sono iniziati i problemi. Qualcuno penserà a problemi economici ma non è così: la mia mamma aveva un lavoro e così anche mio padre. Purtroppo la gravidanza ha creato alla mamma una serie di problemi e lei è caduta in una profonda depressione; papà non è stato in grado di aiutarla e non c’era nessun parente, perché, come vi ho già detto, veniamo da un piccolo paese vicino a Napoli dove sono rimasti tutti, nonni e zii.

Per fortuna, in quel periodo, la famiglia di una vicina di casa ci ha aiutati, perché papà dopo un po’ se ne è andato e ci ha lasciati da soli. Ha conosciuto una ragazza molto più giovane di lui e un giorno non è più tornato a casa. L’ho rivisto qualche volta, ma tra noi non c’è più nulla. Un uomo vero non si comporta così, non lascia la propria famiglia. È stato un momento molto duro per la mamma e penso anche per me, anche se non mi ricordo perché ero molto piccolo.

Con l’aiuto di un’assistente sociale siamo comunque riusciti a superare questo momento di crisi: la mamma ha trovato un piccolo lavoretto, poche ore alla sera per fare le pulizie in un



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