io confesso by jaume cabre'

io confesso by jaume cabre'

autore:jaume cabre' [cabre', jaume]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo trentuno

Huitième arrondissement; quarante-huit rue Laborde. Un palazzo piuttosto triste, con la facciata annerita da mille fumi. Premette il pulsante e la porta si aprì con un rumore secco, premonitore. Sulla cassetta delle lettere trovò la conferma che doveva salire fino al sixième étage. Preferì farlo a piedi, per consumare la grande quantità di energia accumulata per il panico. Raggiunto il piano, si fermò un paio di minuti buoni per far calmare i battiti del cuore e riprendere fiato. Suonò il campanello, che fece bzsbzsbzsbzs, come a voler sottolineare il mistero. Il pianerottolo era piuttosto buio e nessuno apriva la porta. Passi leggeri? Sì? La porta si aprì.

«Ciao.»

Rimanesti a bocca aperta, l’espressione congelata. Non sai che tuffo al cuore, ritrovarti dopo tanti anni, Sara. Eri più grande; non voglio dire invecchiata, ma più grande, e bella come prima. Più serenamente bella. Pensai in quel momento che nessuno aveva alcun diritto di rubare la nostra gioventù, come invece avevano fatto. Dietro a te, su una consolle, un mazzo di fiori molto belli ma di un colore che mi sembrò triste.

«Sara.»

Lei non aveva ancora detto una parola. Mi aveva certamente riconosciuto, ma non mi aspettava. Non arrivavo in un buon momento; non ero benvenuto. Me ne vado, torno un’altra volta, ti amo, io vorrei, voglio parlare con te di… Sara.

«Cosa vuoi?»

Come il venditore di enciclopedie che sa di avere mezzo minuto per pronunciare il messaggio che convincerà il cliente scettico a non chiudergli la porta in faccia, Adrià aprì la bocca e sprecò tredici secondi prima di dire ci hanno ingannati, ti hanno ingannata; sei fuggita perché ti hanno detto cose orribili su di me. Cose false. E cose orribili su mio padre. Cose vere.

«E la lettera che mi hai mandato, in cui dicevi che ero una sporca ebrea, che mi potevo tenere stretta quella merda di famiglia altezzosa, allora?»

«Io non ti ho mandato nessuna lettera! Non mi conosci?»

«No.»

L’enciclopedia è uno strumento utile per ogni famiglia con interessi culturali, come la sua, signora.

«Sara. Sono venuto a dirti che è stata tutta una macchinazione di mia madre.»

«Alla buonora. Quanto tempo è passato?»

«Molti anni! Ma io l’ho saputo cinque giorni fa! Il tempo che ci ho messo a trovarti! Sei tu che sei sparita!»

Un’opera così prestigiosa potrà senz’altro tornare utile a suo marito e ai suoi figli. Lei ha figli, signora? Ha marito? Ti sei sposata, Sara?

«Pensavo che fossi fuggita per problemi tuoi e nessuno mi ha mai voluto dire dov’eri. Neanche i tuoi genitori…»

Pagabile in ventidue comodissime rate. E sin dal primo giorno potrà godere di tutti e dieci i volumi.

«A casa tua odiavano mio padre per…»

«Tutto questo lo so già.»

Può tenere questo volume per esaminarlo, signora. Tornerò, non so, l’anno prossimo, ma non si arrabbi.

«Io non ne sapevo nulla.»

«La lettera che mi hai scritto… L’hai data tu personalmente a mia madre.» Adesso contraeva la mano che reggeva la porta, come se fosse pronta a sbattergliela in faccia da un momento all’altro. «Vigliacco!»

«Io non ti ho scritto nessuna lettera. È tutto falso! Non ho dato niente a tua madre.



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