Jerusalem by Andrea Frediani

Jerusalem by Andrea Frediani

autore:Andrea Frediani [Frediani, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton
pubblicato: 2008-01-01T23:00:00+00:00


XVII

Giunsero tutti stanchi, accaldati e assetati al campo crociato. I cavalieri, i fanti, e soprattutto i prigionieri, che in Samaria si erano dovuti sobbarcare b maggior carico di lavoro, tagliando gli alberi e caricandoli su carri e bestie da soma. I fanti si erano dati il cambio, ma i musulmani avevano lavorato senza sosta, tanto che uno di loro, ormai morente, era stato abbandonato lungo la strada.

Perfino Rebecca non aveva avuto requie. I soldati erano contenti di aver trovato una donna tra i fuggitivi, e l'avevano trasformata all'istante in una sorta di vivandiera, ma una vivandiera priva di qualsiasi libertà, costretta a svolgere anche mansioni da serva, e obbligata a subire insulti, offese e umbiazioni di ogni sorta, sebbene la presenza di Riccardo scongiurasse b peggio.

Jamal, da parte sua, si era sentito già fin troppo umbiato per dar peso Alle mortificazioni cui i franchi lo sottoponevano, come del resto gli altri prigionieri. Lo avevano scambiato per un ufficiale di medio grado, e non gli avevano dato un'importanza particolare. Ciò significava che doveva lavorare quanto gli altri ma, sapendo che i suoi uomini traevano da lui la forza di sopportazione, cercava di dare l'esempio lavorando con più lena di chiunque altro, senza mai lamentarsi e con una fierezza che indispettiva gli stessi carcerieri. Sul fronte opposto, Riccardo avrebbe voluto parlare con Rebecca, chiederle notizie della sorella soprattutto; b ricordo di Sara si era affievolito, nel tempo, ma la notizia della sua presenza a Gerusalemme aveva rinnovato, in lui, il desiderio che aveva provato a Magonza nel vederla.

Tuttavia, aveva timore di attirare troppa attenzione sulla prigioniera e si era riservato di interrogarla al campo, dove sperava di dare meno neb'occhio. Nel frattempo, neanche lui si era risparmiato alcuna fatica, coordinando la raccolta del legno con instancabbe tenacia, un compito che b Pbet gli lasciava volentieri, per dedicarsi alla caccia con gli altri cavalieri.

Neppure Emanuele aveva battuto la fiacca. Ma mentre Riccardo si era dato da fare perché ansioso di mantenere la stima del conte di Tolosa, b bizantino, al solito, si era sentito in dovere di fare più degli altri per guadagnarsi b rispetto; o almeno, come obiettivo minimo e più raggiungibbe, per evitare che i franchi manifestassero apertamente il loro disprezzo nei suoi confronti.

Mancavano dal campo da tre giorni, ma il loro arrivo, nonostante avessero raccolto molto legname, non sollevò particolari entusiasmi. Emanuele osservò la gente e la trovò cambiata. Fisicamente e caratterialmente. Erano tutti bruciati dal sole, in particolar modo i tedeschi, che mostravano di patire b caldo più di chiunque altro neb'armata. Erano più magri, più asciutti ed emaciati, ed era raro vedere qualcuno fare movimenti che non apparissero stanchi, lenti e sofferti.

Perfino chi lavorava alla torre mobbe di Goffredo lo faceva a un ritmo blando, quasi apatico. Gli uomini, disposti intorno ab'unico ripiano costruito, davano d'ascia senza prendere lo slancio, e lasciando trascorrere fin troppo tempo tra un colpo e l'altro. Chi fissava i bulloni martebava con scarso impegno, prolungando ab'infinito ogni operazione di fissaggio.

Pochi parlavano, e chi



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