Johnny Cash. Autobiografia by Johnny Cash

Johnny Cash. Autobiografia by Johnny Cash

autore:Johnny Cash [Cash, Johnny]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2023-07-13T13:18:01+00:00


5

Presto però la mia indole distruttiva prese il sopravvento. L’episodio più grave fu il concerto alla Carnegie Hall nel maggio del 1962, che da un certo punto di vista considero memorabile, perché ha segnato la conclusione e l’inizio di una nuova fase nella mia carriera.

Quando arrivai a New York ero completamente strafatto. Avevo trascorso i giorni precedenti a Newfoundland assieme a Merle Travis e a Gordon Terry per una battuta di caccia all’alce sponsorizzata da una società che aveva iniziato a commercializzare al pubblico i walkie-talkie. Uno dei possibili utilizzi di quegli aggeggi, sostenevano loro, era aiutare la comunicazione tra i cacciatori nei boschi, e noi facevamo da testimonial per pubblicizzare quello strumento. In realtà, le radio si dimostrarono pressoché superflue. Sparai a un alce, a circa trecento metri dalla baita dove stavamo, e quando chiamai Merle per annunciarglielo, la conversazione andò circa così: «Merle, ho preso un alce».

«Fantastico. Ci riuscirei anch’io se non dovessi stare qui a parlare con te con questo affare.»

E così abbandonammo definitivamente i walkie-talkie, ormai totalmente inutili visto che passammo i tre giorni successivi chiusi nella baita a bere e a prendere pillole. Ognuno di noi aveva le sue preferenze: Merle si faceva di sonniferi, io ero sotto amfetamine, ma le cose funzionavano. Se Merle riusciva a trovare il dosaggio corretto se ne stava tranquillo evitando nervosismi. Quando era in quello stato era esilarante, un gran chiacchierone e un ottimo dispensatore di storie e aneddoti. Alla fine però prendeva così tanti sonniferi che il loro effetto soporifero aveva sempre il sopravvento, e Merle dormiva anche per tre o quattro giorni di seguito. Io cercavo di allinearmi al suo ritmo biochimico, e quando ci riuscivo passavamo dei momenti di condivisione indimenticabili, ma se non andava così ce ne stavamo per ore in silenzio.

Merle è stata una delle persone più interessanti che abbia mai conosciuto in vita mia, sicuramente quella con più talenti in ambiti differenti. Era un cantante fantastico, un ottimo autore di canzoni e un innovatore nel modo di suonare la chitarra (non a caso il suo modo di suonare è stato ribattezzato Travis Picking»). Era un bravo disegnatore, un narratore senza pari e aveva una preparazione approfondita in molti ambiti, dalla tassidermia alla costruzione di orologi al lancio dei coltelli. So che come lista sembra un po’ strana, ma Merle era così, un insieme di strani talenti, e per questo un ottimo compagno d’avventura. Dopo quei tre giorni chiusi insieme nella baita, però, ero sul punto di strozzarlo, e anche lui non ne poteva più di me. Il povero Gordon Terry probabilmente aveva la stessa opinione su tutti e due. Fu un sollievo andarcene da quel posto e tornare ognuno ai propri impegni.

Io e la mia parte di carne d’alce andammo a New York per incontrarci con la band. Quando arrivai in città ero completamente andato. Non avevo più voce, né giudizio, né pazienza. Feci un’intervista con Mike Wallace durante la quale per un momento ebbi il timore di prenderlo a sberle: alla domanda



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