La bicicletta by Alfredo Oriani

La bicicletta by Alfredo Oriani

autore:Alfredo Oriani [Alfredo Oriani]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: F
editore: SAGA Egmont
pubblicato: 2022-12-02T00:00:00+00:00


Fortunatamente a casa quella triste disposizione di spirito si mutò. I rimproveri delle sorelle, il dolore della mamma produssero in lui una salutare reazione; la famiglia viveva in campagna a poca distanza da Fabriano in una villetta, che serbava ancora le tracce della antica agiatezza.

Egli si scordò di Roma, dell’amarezza che vi aveva provato nel sentirsi così povero e derelitto, del signor Antonio, della signora Francesca, non parlando più di quell’avventura che con qualche amico più giovane, al quale potesse farla credere molto migliore. L’orgoglio di mantenersi nella stima di una volta presso le persone del paese e le necessità della famiglia gli avevano ridato l’energia dello studio con una più intensa passione della lettura. Solamente qualche volta gli tornava troppo vivo il desiderio della bicicletta rimasta a Roma, e che lo avrebbe tanto divertito in campagna specialmente verso sera, quando, stanco d’aver studiato, doveva contentarsi di andare a piedi sino a Fabriano senza poter nemmeno noleggiarne un’altra per mancanza di quattrini. Infatti quegli ultimi debiti a Roma avevano rese più dolorose le strettezze iu casa, ed egli ne soffriva, vergognandosi più verso gli altri che verso se stesso, benchè la mamma e le sorelle dopo quel suo ravvedimento non gli avessero più rivolto amare parole.

Poi anche quella vita lo seccò. In due mesi aveva imparato così bene tutte le materie degli esami, che sentì davvero il pentimento di non averli dati in tempo; la solitudine diventava più triste; sciaguratamente egli non era nemmeno cacciatore.

Qualche volta il pensiero gli tornava alla signora Francesca, che, vedendo la bicicletta sempre accanto all’armadio, doveva ella pure sovvenirsi di lui. Certamente lo aveva amato. Una dolcezza di improvvise emozioni gli si ridestava a certi ricordi, forse perchè non aveva adesso altra donna, e non sapeva come procurarsela per non cadere in una nuova briga o daccapo sopportare le recriminazioni della mamma. Il signor Antonio era ancora vivo? Se fosse morto, la padrona di casa forse glie ne avrebbe scritto: probabilmente non era che più ammalato in quell’estate soffocante di Roma; egli li troverebbe al ritorno press’a poco come prima, lui più spaurito, lei così bianca, pronta sempre ad ubbidire. Se la prudenza non l’avesse rattenuto, più di una notte, solo nella propria cameretta, le avrebbe scritto per quel bisogno di sfogarsi almeno per lettera con una donna.

Finalmente venne l’ottobre: un decreto del ministero protrasse la sessione per gli esami di riparazione a mezzo dicembre, cosicchè, non trovandosi in casa i denari, egli potè ritardare la partenza di un altro mese. La mamma era afflitta.

Egli partì in mezzo alle lacrime, pregato, scongiurato su tutta la gamma degli accenti ad avere giudizio: fece il viaggio solo, arrivò solo. Tutti gli altri compagni lo avevano già preceduto. Benchè la padrona non gli avesse scritto e potesse facilmente in quel ritardo aver già affittato la stanza, egli arrivò in fiacre col baule alla porta, e salì a quattro a quattro i gradini sino al quarto piano.

— Ah! finalmente, lei, signor Roberto!

La padrona era ancora così vestita, coi capelli arruffati, il corsetto sbottonato, ma il suo volto s’illuminò nel vederlo.



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