La città delle ombre by Richard Awlinson

La città delle ombre by Richard Awlinson

autore:Richard Awlinson [Awlinson, Richard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Armenia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L'imboscata

Ogni volta che l'uomo calvo tentava di dormire i suoi sogni lo riconducevano inesorabilmente allo stesso incubo spaventoso. Si svegliava sempre all'inizio, ma solo per accorgersi che il suo sogno rispecchiava la realtà: l'incubo non era altro che un ricordo della totale devastazione cui si era trovato di fronte quando aveva affrontato assieme ai suoi uomini il viaggio da Arabel al luogo in cui un tempo sorgeva il castello di Freddafossa.

Per qualche motivo l'uomo calvo sapeva di trovarsi proprio dove doveva essere stato l'occhio del ciclone soprannaturale che aveva investito quelle terre. La furia devastatrice era giunta fino alle porte di Arabel, qui si era esaurita. Gli abitanti della città fortificata erano contenti di essere stati risparmiati, anche se bastava guardare dalle torri di osservazione per vedere i terrificanti effetti che la distruzione aveva avuto sul paesaggio e accorgersi quanto avesse rischiato la città.

La dea Tymora aveva subito un potente attacco il giorno che il cielo a settentrione si era popolato di strane luci. Poi la dea era caduta in un profondo stato di shock e non era rinvenuta neanche quando il calvo e la sua Compagnia dell'Alba avevano lasciato la città per inseguire Kelemvor e i suoi complici. I seguaci di Tymora avevano vegliato ininterrottamente la loro dea, ma lei era rimasta seduta sul trono insensibile ai loro richiami, con lo sguardo fisso su qualcosa che i limitati sensi umani non potevano percepire.

Abbandonati gli incubi e i ricordi il calvo tentò di riaddormentarsi. Il mattino seguente assieme ai suoi uomini sarebbe partito da quel luogo di perfetta e intatta bellezza che avevano trovato: uno splendido colonnato che poteva essere stato un altare per gli dei. La fresca acqua frizzante della meravigliosa vasca era servita ai suoi uomini per rinfrescarsi ma non aveva potuto cancellare i ricordi della catastrofica distruzione che avevano visto ogni dove.

Pur non essendo credente il calvo pronunciò una breve preghiera a Shar, la dea dell'Oblio. Proprio quando gli parve che la sua preghiera venisse ascoltata un grido riecheggiò nella notte. L'uomo calvo balzò in piedi.

«Ecco qua!» gridò uno dei suoi uomini additando un guerriero dai capelli chiari che era stato sollevato da terra per il collo. La pelle dell'aggressore sembrava bianca come il gesso; la luce della luna dipingeva un bagliore sinistro su quella creatura priva di testa.

«Le statue» gridò un altro: «Sono vive!»

Il calvo sentì uno scalpiccio dietro di sé e si voltò a guardare la statua dei due amanti ancora congiunti; la carne di pietra del braccio dell'uomo attaccata alla schiena della donna. Gli amanti di sasso avanzavano uniti a una velocità che il calvo non si era aspettato.

Si udivano urla nella notte.

* * *

Alle spalle di Kelemvor e dei suoi compagni ormai si vedevano le montagne del passo di Gnoll, ma i quattro eroi non si voltavano spesso a guardarle. Se l'avessero fatto si sarebbero accorti che i picchi luccicavano contro il tenue azzurro del cielo come se i monti stessi fossero poco più che mere illusioni.

La decisione di seguire la strada fino a Tilverton invece di affrontare le lande desolate era stata unanime.



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