La comunità che viene by Giorgio Agamben

La comunità che viene by Giorgio Agamben

autore:Giorgio Agamben [Agamben, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: archivio ladri di biblioteche
ISBN: 9788833913292
Google: SE65AAAAIAAJ
Amazon: 8833913295
pubblicato: 2001-01-02T00:00:00+00:00


15. Senza classi

Se dovessimo ancora una volta pensare le sorti dell’umanità in termini di classe, allora oggi dovremmo dire che non ci sono più classi sociali, ma solo una piccola borghesia planetaria, in cui le vecchie classi si sono dissolte: la piccola borghesia ha ereditato il mondo, essa è la forma in cui l’umanità è sopravvissuta al nichilismo.

Ma questo era esattamente ciò che anche fascismo e nazismo avevano compreso, e aver visto con chiarezza l’irrevocabile tramonto dei vecchi soggetti sociali costituisce anzi la loro insuperabile patente di modernità. (Da un punto di vista strettamente politico, fascismo e nazismo non sono stati superati e noi viviamo ancora nel loro segno). Essi rappresentavano, però, una piccola borghesia nazionale, ancora attaccata a una posticcia identità popolare, sulla quale agivano sogni di grandezza borghese. La piccola borghesia planetaria si è invece emancipata da questi sogni ed ha fatto propria l’attitudine del proletariato a declinare qualsiasi ravvisabile identità sociale. Tutto ciò che è, il piccolo borghese lo nullifica nel gesto stesso con cui sembra ostinata-mente aderirvi: egli conosce solo l’improprio e l’inautentico e rifiuta persino l’idea di una parola propria. Le differenze di lingua, di dialetto, di modi di vita, di carattere, di costume e, innanzitutto, le stesse particolarità fisiche di ciascuno, che costituivano la verità e la menzogna dei popoli e delle generazioni che si sono succedute sulla terra, tutto ciò ha perduto per lui ogni significato e ogni capacità di espressione e di comunicazione. Nella piccola borghesia, le diversità che hanno segnato la tragicommedia della storia universale stanno esposte e raccolte in una fantasmagorica vacuità.

Ma l’insensatezza dell’esistenza individuale, che essa ha ereditato dai sottosuoli del nichilismo, è divenuta nel frattempo cosi insensata da perdere ogni pathos e trasformarsi, uscita all'aria aperta, in esibizione quotidiana: nulla assomiglia alla vita della nuova umanità quanto un film pubblicitario da cui sia stata cancellata ogni traccia del prodotto reclamizzato. La contraddizione del piccolo borghese è che egli cerca, però, ancora in questo film il prodotto di cui è stato defraudato, ostinandosi malgrado tutto a far propria una identità che gli è divenuta, in realtà, assolutamente impropria e insignificante. Vergogna e arroganza, conformismo e marginalità restano cosi gli estremi polari di ogni sua tonalità emotiva.

Il fatto è che l'insensatezza della sua esistenza si urta a un’ultima insensatezza, su cui naufraga ogni pubblicità: la morte. In questa, il piccolo borghese va incontro all’ultima espropriazione, all’ultima frustrazione dell’individualità: la nuda vita, il puro incomunicabile, dove la sua vergogna trova finalmente pace. In questo modo, egli copre con la morte il segreto che deve pur rassegnarsi a confessare: che anche la nuda vita gli è, in verità, impropria e puramente esteriore, che non c’è, per lui, sulla terra alcun riparo.

Ciò significa che la piccola borghesia planetaria è verisimilmente la forma nella quale l’umanità sta andando incontro alla propria distruzione. Ma ciò significa, anche, che essa rappresenta un’occasione inaudita nella storia dell umanità, che questa non deve ad alcun costo lasciarsi sfuggire. Poiché se gli uomini, invece di cercare ancora una identità



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