La Divina Commedia di Dante by Dante Alighieri

La Divina Commedia di Dante by Dante Alighieri

autore:Dante Alighieri
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Italian poetry -- To 1400
pubblicato: 1997-08-01T04:00:00+00:00


Purgatorio · Canto XVIII

Posto avea fine al suo ragionamento l’alto dottore, e attento guardava ne la mia vista s’io parea contento;

e io, cui nova sete ancor frugava, di fuor tacea, e dentro dicea: ‘Forse lo troppo dimandar ch’io fo li grava’.

Ma quel padre verace, che s’accorse del timido voler che non s’apriva, parlando, di parlare ardir mi porse.

Ond’ io: «Maestro, il mio veder s’avviva sì nel tuo lume, ch’io discerno chiaro quanto la tua ragion parta o descriva.

Però ti prego, dolce padre caro, che mi dimostri amore, a cui reduci ogne buono operare e ’l suo contraro».

«Drizza», disse, «ver’ me l’agute luci de lo ’ntelletto, e fieti manifesto l’error de’ ciechi che si fanno duci.

L’animo, ch’è creato ad amar presto, ad ogne cosa è mobile che piace, tosto che dal piacere in atto è desto.

Vostra apprensiva da esser verace tragge intenzione, e dentro a voi la spiega, sì che l’animo ad essa volger face;

e se, rivolto, inver’ di lei si piega, quel piegare è amor, quell’ è natura che per piacer di novo in voi si lega.

Poi, come ’l foco movesi in altura per la sua forma ch’è nata a salire là dove più in sua matera dura,

così l’animo preso entra in disire, ch’è moto spiritale, e mai non posa fin che la cosa amata il fa gioire.

Or ti puote apparer quant’ è nascosa la veritate a la gente ch’avvera ciascun amore in sé laudabil cosa;

però che forse appar la sua matera sempre esser buona, ma non ciascun segno è buono, ancor che buona sia la cera».

«Le tue parole e ’l mio seguace ingegno», rispuos’ io lui, «m’hanno amor discoverto, ma ciò m’ha fatto di dubbiar più pregno;

ché, s’amore è di fuori a noi offerto e l’anima non va con altro piede, se dritta o torta va, non è suo merto».

Ed elli a me: «Quanto ragion qui vede, dir ti poss’ io; da indi in là t’aspetta pur a Beatrice, ch’è opra di fede.

Ogne forma sustanzïal, che setta è da matera ed è con lei unita, specifica vertute ha in sé colletta,

la qual sanza operar non è sentita, né si dimostra mai che per effetto, come per verdi fronde in pianta vita.

Però, là onde vegna lo ’ntelletto de le prime notizie, omo non sape, e de’ primi appetibili l’affetto,

che sono in voi sì come studio in ape di far lo mele; e questa prima voglia merto di lode o di biasmo non cape.

Or perché a questa ogn’ altra si raccoglia, innata v’è la virtù che consiglia, e de l’assenso de’ tener la soglia.

Quest’ è ’l principio là onde si piglia ragion di meritare in voi, secondo che buoni e rei amori accoglie e viglia.

Color che ragionando andaro al fondo, s’accorser d’esta innata libertate; però moralità lasciaro al mondo.

Onde, poniam che di necessitate surga ogne amor che dentro a voi s’accende, di ritenerlo è in voi la podestate.

La nobile virtù Beatrice intende per lo libero arbitrio, e però guarda che l’abbi a mente, s’a parlar ten prende».

La luna, quasi a mezza



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