La donna del tenente francese by Fowles John

La donna del tenente francese by Fowles John

autore:Fowles, John [Fowles, John]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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"For a breeze of morning moves, And the planet of Love is on high..."49

Tennyson, "Maud" (1855).

"É segno di particolare prudenza non fare mai nulla perché si è portati a farlo, ma solo perché si deve o è ragionevole farlo".

Matthew Arnold, "Notebooks" (1868).

Il sole rosso stava abbandonando le onde inconsistenti color grigio tortora delle colline dietro il Chesil Bank, quando Charles, che se ancora non indossava gli abiti di un plorante professionista ne aveva però l'espressione, varcò la porta del White Lion.

Il cielo era privo di nubi, lavato e purificato dal temporale della notte precedente e divenuto di un azzurro deliziosamente tenero ed etereo; l'aria, pungente come succo di limone, era pura e purificante.

Se oggi a Lyme vi alzaste a quell'ora, avreste la città tutta per voi.

Charles, in quell'epoca mattiniera, non aveva la stessa fortuna; ma le persone che s'aggiravano per le strade avevano quella simpatica mancanza di pretese mondane e quella anonimità primitiva che è propria della popolazione dell'alba: gente semplice che si accingeva a un'altra giornata di lavoro.

Uno o due lo salutarono gaiamente e ne ebbero in cambio cenni del capo eccessivamente foschi e sbrigativi sollevamenti di bastone.

Piuttosto che incontrare quei visi allegri, egli avrebbe preferito vedere le strade cosparse di qualche simbolico cadavere; fu quindi contento quando si lasciò alle spalle la città e imboccò il viottolo che conduceva all'Undercliff.

Ma la sua tetraggine (e il sospetto, da me tenuto nascosto, che la sua decisione fosse in realtà basata più su una pericolosa disperazione che su nobili impulsi della coscienza) qui non fece che aggravarsi; i suoi passi rapidi gli facevano scorrere nelle vene un flusso di calore, e questo calore interno era completato dal calore esterno che portavano i raggi del sole.

Sembrava curiosamente vivo, il sole terso dell'alba.

Aveva quasi un odore, simile a quello di una pietra calda, una pungente polvere di fotoni che scendeva attraverso la spazio.

Ogni filo d'erba era imperlato di vapore.

Sui pendii sovrastanti il sentiero, i tronchi dei frassini e dei sicomori, miele dorato nei raggi obliqui del sole, erigevano le loro verdi e rugiadose volte di giovani foglie; c'era in loro qualcosa di misteriosamente religioso, ma di una religione di prima della religione; un balsamo druido, una verde dolcezza su tutte le cose... un'infinità di verdi, alcuni quasi neri negli estremi recessi del fogliame, dal verde veronese più intenso al verde mela più pallido.

Una volpe attraversò il sentiero e curiosamente si fermò un attimo a guardare Charles come se fosse stato lui l'intruso; e un attimo dopo, con fantastica similitudine, con la stessa divina assunzione di possesso, un capriolo alzò il capo dal suo brucare e lo fissò nella sua piccola maestà prima di andarsene tranquillo e di sparire tra i cespugli.

C'è un quadro di Pisanello alla National Gallery che coglie esattamente questo momento: Sant'Uberto in una foresta del primo Rinascimento, messo a confronto con uccelli e bestie.

Il santo è scandalizzato, quasi come se fosse vittima di una burla, e tutta la sua arroganza è spenta da una doccia improvvisa del più profondo segreto della natura: la parità universale dell'esistenza.



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