La famiglia Manzoni by Natalia Ginzburg

La famiglia Manzoni by Natalia Ginzburg

autore:Natalia Ginzburg [Ginzburg, Natalia]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858409169
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Teresa aveva ordinato a Francesco Hayez un ritratto di Manzoni. Scrivendo a Stefano, esprimeva il proprio disappunto per non poter sempre accompagnare il marito alle sedute di posa, perché troppo debole: «T’avvedrai che sto meglio della mia debolezza, a forza di mangiar due beef-steaks al giorno, e brodi succolenti; ma gli è un meglio tanto minuto che me n’avvedo a stento, e dispero di poter accompagnare Alessandro domani da Hayez; benché in carrozza. Questa volta però non ti scrivo dal letto, ma dalla mia tavola magnifica, e molto ammirata e contemplata dalla Cecchina ieri; come ammirò la mia librerietta. Sento che Grossi non si sente troppo bene in questi giorni; è però venuto a prender papà per la passeggiata: credo che lavori troppo, povero Grossi. Mi fa tanto male di vederlo cosí dimagrito. Lui, esser ridotto a far il notaio! un Grossi! Uh! vergogna per gl’italiani in generale, e per i milanesi in particolare».

Sulla fine di giugno, dopo quattordici sedute di posa, il ritratto era finito. In quei giorni, Giulia si mise a letto. Teresa a Stefano: «La nonna sta molto male e sono in angustie per lei (ti parrà un po’ troppo! eppure è vero) e per Alessandro. Pensa! dopo un colpo che gliene dovesse toccare un altro. Però, spero di no; ma temo; perché l’è una punta; ieri s’è messa a letto, e subito ieri un salasso e due oggi … Cosí ti potessi parlare con gaudio del fortunato ritratto d’Alessandro! … O Signore, quanto vorrei per me e per papà che tu fossi a Milano, se la Nonna, povera donna, venisse a star peggio! Dir peggio, vedi, è dir mortalmente. Papà non sa che stia tanto male come sta, e io, non so come fare, né cosa fare. Mi pare che se tu ci fossi si potrebbe cambiar un po’ le parole, diradar un po’ la tetraggine; e poi, a dir vero, cosa che ripugna a dire, ma se andasse male, tu potresti far molto per noi; basta! non so nemmen io cosa dire! … Ti assicuro che lo stato della nonna mi fa male come se non la m’avesse mai fatto male un sol giorno…» Stefano non venne. Rispose: «Rincresce anche a me della nonna e per lei e pel papà e per la casa; ma che vantaggio ne avresti tu di avermi a Milano, se stesse peggio? Cosa posso far io di bene? Io non so fare per niente affatto a consolar la gente, so fare a tenerli allegri quando hanno voglia… Dunque! … Basta, ti prego di scrivermi subito, e se è proprio vero che io possa far qualcosa di bene, dimmelo pur liberamente, che verrò a Milano a far quel che potrò: in ogni caso se voleste andare a Lesa potrei andare a far fare i passaporti». Difatti occorrevano i passaporti per andare a Lesa, essendo questo luogo situato nel regno di Carlo Alberto.

Al letto di Giulia c’erano Sofia col marito, Vittoria, ed Emilia Luti. Il 28 di giugno, scriveva Teresa a Stefano:

«Fu



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