La filosofia politica by Salvatore Veca

La filosofia politica by Salvatore Veca

autore:Salvatore Veca [Veca, Salvatore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biblioteca Universale Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2024-03-15T00:00:00+00:00


Pluralismo

1. Supponiamo che uno di voi abbia ascoltato attentamente le lezioni sulle teorie della giustizia e sia rimasto ostinatamente perplesso. Ha letto e riletto gli appunti. È andato a vedersi alcuni dei testi esaminati. Eppure, alla fine, la perplessità resta: c’è qualcosa che non torna in questo modo di parlare di giustizia o ingiustizia sociale. È vero che in filosofia dobbiamo muoverci su un piano di astrazione e generalità piuttosto elevato: ma forse proprio questo ci fa perdere l’attrito con il mondo politico e sociale in cui abbiamo i nostri dilemmi. Il vostro collega ha l’impressione che le teorie della giustizia ci chiedano di guardare alle nostre città da molto lontano, come quando guardi giù dall’aereo. Ma, dopo tutto, i conflitti e i dilemmi, le iniquità o l’ingiustizia sono tutte cose che noi proviamo in quanto siamo nella nostra città. Va bene un po’ di turismo platonico, da molto lontano. Ma i problemi, quelli veri, sono sempre qui, molto vicino. Bene: il vostro collega è pronto a elaborare, nei confronti delle teorie della giustizia, quello che chiamerò l’argomento critico.

L’argomento critico è fatto più o meno così: le teorie della giustizia sembrano richiedere l’adozione di un punto di vista «esterno» o, come si usa dire, «archimedeo» rispetto alla società o alla comunità politica pertinente di cui si tratta razionalmente di giustificare istituzioni di base e pratiche sociali. In quanto teorie della giustizia distributiva (variamente interpretata), le differenti concezioni mettono a fuoco criteri distinti di distribuzione o ripartizione di costi e benefici della cooperazione sociale. In questo modo esse ci dicono chi deve avere che cosa, come, quando e da chi. (Il «da chi» è spesso dimenticato negli appassionati esercizi dei partecipanti al discorso pubblico: ma è bene non dimenticare mai l’aurea massima secondo cui nessun pasto è gratis.) Le teorie presuppongono una sorta di metrica omogenea dei valori o dei beni sociali: è come se il problema fosse quello di una pura allocazione dello stesso bene a differenti individui. Il caso dell’utilitarismo è il più perspicuo, in proposito. Ma la soluzione non ha natura differente quando si ricorra, come abbiamo accennato, allo spazio dei beni primari o della libertà negativa, come nel caso delle teorie di Rawls e di Nozick.

In queste caratteristiche, continua l’argomento critico, si possono riconoscere le ragioni di un sostanziale fraintendimento della natura delle genuine questioni di giustizia sociale. Noi non ci poniamo questioni di giustizia sociale come osservatori o spettatori del conflitto fra pretese concernenti un singolo bene. E poi, come ci suggerisce la storia dell’aereo e delle città, noi possiamo riconoscere questioni di giustizia solo come osservatori partecipanti, entro il contesto di forme di vita collettiva e di comunità storicamente date. (La distinzione fra spettatori, osservatori esterni e osservatori partecipanti è stata introdotta nel paragrafo sulle risposte della filosofia politica.) Allo stesso modo, in qualsiasi comunità data, differenti risultano essere i beni sociali su cui verte il conflitto. Ogni società è caratterizzata da una varietà di differenti beni sociali che valgono per comunità di uomini e donne che via via aspirano ad essi.



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