La fontana rotta by Thomas Belmonte

La fontana rotta by Thomas Belmonte

autore:Thomas Belmonte [Belmonte, Thomas]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2021-09-27T12:00:00+00:00


Integrazione sociale: tolleranza e violenza.

Una dinamica di tolleranza e violenza alternate non era insolita a Fontana del re, né in altri quartieri poveri. La famiglia di Luciano (un collega robivecchi di Stefano), per esempio, era meno violenta ma altrettanto chiassosa. Le gite di gruppo per andare al mare con queste due famiglie erano memorabili.

Come contraltare all’aspetto giallastro e scheletrico di Luciano, sua moglie Maddalena era solida e rotonda. Se un figlio le dava fastidio non si faceva nessuno scrupolo di scacciarlo a suon di botte. Le sue attenzioni si concentravano sulla piú piccola, un’angelica bimba di un anno. Maddalena accarezzava, coccolava e cibava questa bambina in continuazione. Quando le cambiava il pannolino si chinava vicinissima a lei per tubarle e ridacchiarle addosso piano piano. Le dava schiaffetti e pizzicotti. La baciava sulla bocca, sulla pancia e sui genitali. Al contempo, sapeva essere inflessibile con gli altri. L’altra sua figlia di nove anni si beccava una sberla dietro l’altra per una serie di motivi (era una bambina lurida, con i piedi ricoperti di vesciche). Una volta che il maggiore, un ragazzino undicenne, si è tagliato con una conchiglia ed è scoppiato a piangere, Maddalena lo ha fatto rimanere malissimo ridendogli in faccia. Io mi sono alzato per aiutarlo ma lei mi ha strillato dietro: – Mio figlio è una pecora. Lascialo perdere –. Era un maschietto grasso con capelli rossicci e modi gentili, ma non effemminato.

Una volta, a Fontana del re, ho visto una vecchia rincorrere suo nipote per strada. Il ragazzo scappava ma a un certo punto si è voltato per affrontarla, tenendo in mano una bottiglia di birra. L’ha spaccata contro il muro e ha minacciato per scherzo la nonna con i cocci acuminati e scintillanti. Dopo che la solita folla si era radunata per discutere il fatto e con gli animi ormai piú calmi, ho visto il ragazzo allontanarsi dalla scena con aria guascona. La sua finta aggressione non gli aveva portato alcun rimprovero o punizione. Nessuno si era sognato di pensare che avrebbe usato l’arma per davvero, ma non era neanche stato messo in discussione il suo diritto di crearsela e di brandirla. A Fontana del re i bambini, soprattutto i maschi, erano spinti a mostrarsi aggressivi e addirittura pericolosi, a seconda della situazione. Un bambino che non veniva su in questo modo era sfottuto, dai genitori come da chiunque altro, perché era una pecora.

In alcune società di cacciatori si insegnano presto ai maschietti certi meccanismi di coordinazione neuromuscolare. Gli uomini piú grandi li cullano, li fanno dondolare e ci giocano in modo da stimolare alcuni muscoli piuttosto che altri. Al contempo, vengono sviluppate abitudini mentali adeguate alla caccia15. Fra le classi indigenti napoletane, gli uomini adulti portano avanti con i bambini maschi una specie di gioco, che potrebbe avere lo scopo di sviluppare la loro pronta reazione neuromuscolare e psicologica nei confronti di uno scoppio di violenza.

Vincenzo si arrangiava con vari lavori e di recente aveva cominciato a fare il pappone. Un giorno l’ho incontrato per strada e ha esibito il figlioletto di due anni alla mia ammirazione.



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