La guerra nascosta by Massimo de Angelis & Giampaolo Cadalanu;

La guerra nascosta by Massimo de Angelis & Giampaolo Cadalanu;

autore:Massimo de Angelis & Giampaolo Cadalanu; [Angelis, Massimo de & Cadalanu;, Giampaolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: i Robinson / Letture
ISBN: 9788858151587
editore: edigita
pubblicato: 2023-11-15T00:00:00+00:00


Dall’oppio all’università

Stabilizzare un paese significa, in sintesi, riportare i servizi e le infrastrutture primarie nella disponibilità della popolazione. A Herat, a partire dal 2005, il PRT ha lavorato per nove anni su due linee operative della missione di stabilizzazione: la ricostruzione e l’assistenza al governo locale nei settori educazione, sanità, infrastrutture e protezione delle fasce deboli di una provincia vasta come la Lombardia, e abitata da tre milioni di persone.

Secondo i bilanci dello Stato maggiore della Difesa, nel settore educazione il PRT ha sistemato 105 scuole (82 costruite, 23 ristrutturate), per mezzo delle quali sono stati scolarizzati 300 mila alunni, fra cui 140 mila bambine. La percentuale del 20 per cento di bambine che prima di allora frequentavano la scuola è salita al 45 per cento. Anche l’Università di Herat fece registrare un successo, con i suoi 10 mila studenti, 14 facoltà, 300 professori. Nelle zone rurali, le più pericolose per la presenza di elementi antigovernativi, sono state costruite 95 scuole. Non è chiaro purtroppo che cosa sia rimasto di queste strutture dopo il ritiro dei militari occidentali e il ritorno al potere dei talebani.

Durante la vita del PRT di Herat, nel settore della sanità ci sono stati interventi per 44 poliambulatori (37 costruiti, 7 ristrutturati), a disposizione del 75 per cento della popolazione. Grazie alle mutate condizioni sanitarie e alla costruzione dell’ospedale pediatrico gestito dalla Cooperazione del ministero degli Esteri, l’indice di mortalità infantile è stato dimezzato. Le infrastrutture stradali e ingegneristiche realizzate hanno offerto un importante contributo agli abitanti dei villaggi. Si parla di pozzi (784 costruiti, 17 ristrutturati); ponti (3 costruiti, 8 ristrutturati); strade (7 realizzate, per 106 km; 9 asfaltate, per 17,5 km); canalizzazione delle acque (7 opere di rete idrica, per 60,5 km, e 16 opere di raccolta delle acque reflue, per 16,39 km); strutture per la sicurezza (cioè checkpoint, caserme, prigioni, ecc.: 24 costruite e 12 ristrutturate); strutture per la governance (governatorato, dipartimenti, uffici amministrativi distrettuali: 11 costruite, 6 ristrutturate). L’aggregazione e la protezione delle fasce più deboli degli afghani sono migliorate grazie a un centro sociale dedicato alle donne e a 7 centri di accoglienza per disabili e per ragazzi di strada. Tutto questo contribuì a far ripartire l’economia di Herat, dando vita a più di quattrocento imprese locali con ingegneri afghani. Il PIL passò in nove anni da 55 a 97 milioni di euro.

Secondo il riassunto ufficiale del Comando operativo di vertice interforze (COVI, la struttura di coordinamento, pianificazione e direzione delle attività militari sul terreno, a diretto controllo del capo di Stato maggiore della Difesa), i fondi impiegati dal PRT per l’intera durata dell’intervento ammontarono a 46.407.491 euro, l’80 per cento circa dell’impegno di spesa globale CIMIC dal 2005 al 2021.

Degno di nota è l’avvio delle coltivazioni di zafferano, che ebbero una buona riuscita grazie anche alla qualità del terreno della provincia di Herat, particolarmente favorevole a questa pianta. Il progetto prevedeva, in collaborazione con le autorità afghane, l’individuazione di agricoltori desiderosi di dedicarsi a questa coltura o che volessero rientrare nella legalità sostituendo lo zafferano alle loro piantagioni di papaveri da oppio.



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