La mia banca by Enrico Morello

La mia banca by Enrico Morello

autore:Enrico Morello [Morello, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2019-08-05T21:00:00+00:00


20

L’incontro era andato come si aspettava. Dopo un po’ aveva lasciato che intervenisse il suo vice, tanto era inutile. Speranza non era lì per fare delle proposte, ma per stare a sentire le loro, poi le avrebbe riferite a Gianoglio. Così come il «sorcio», ne era sicuro, non vedeva l’ora di riferire a Santamaria. Chissà cosa volevano veramente da loro, lui un’idea se l’era fatta ma non poteva esserne sicuro. Aveva cercato di parlare di nuovo con Maria, che però aveva preso qualche giorno di permesso per stare vicino alla madre che si era aggravata.

Qualche giorno dopo l’incontro era arrivata la telefonata dell’avvocato: «Buongiorno direttore, come sta?». Poi si era messo a parlare d’altro, a raccontargli di quando anche suo figlio giocava nei «piccoli amici» e lui si doveva vedere tutte le partite, «però a me il calcio piace, non come a lei, e poi mio figlio gioca in porta, è più facile capire il ruolo, no?».

Lo faceva apposta quel bastardo. Erano le sei di sera di venerdì e Angelo aveva almeno un’altra ora di lavoro prima di riuscire a uscire, poi si sarebbe precipitato a prendere i gemelli dalla sorella di sua moglie, perché da qualche tempo Anita si era messa ad andare a yoga anche il venerdì e fino alle nove non sarebbe rientrata. Lo aveva dovuto interrompere: «Senta, avvocato, lei non mi ha chiamato per parlarmi dei “piccoli amici”, vero?».

«No, infatti, volevo dirle che la vostra proposta non mi interessa» aveva tagliato corto.

«Buonasera, avvocato.»

«Buonasera, direttore.»

Anita alle nove non era ancora rientrata, lui l’aveva cercata ma aveva il cellulare staccato. Era arrivata a casa alle dieci e un quarto, quando i bambini erano già andati a dormire. «Cosa gli hai dato da mangiare? Pasta come al solito? Possibile che a te non hanno insegnato altro che cucinare una pasta? Mangiate solo quello in Campania?»

Voleva chiederle del ritardo, poi aveva lasciato perdere. Tanto non sarebbe servito, come con il suo vice, come con l’avvocato.

Poco prima di spegnere la luce glielo aveva detto. Il gruppo di yoga stava organizzando un fine settimana sul lago d’Orta e lei avrebbe voluto andarci. «Ai ragazzi per una volta puoi pensarci tu, vero, Angelo? Se ti fa piacere potresti far venire su i tuoi, è tanto che non li vedi.»

Angelo non era affatto sicuro di poterci pensare lui. Di solito ai figli in casa dedicava il tempo necessario per metterli a letto qualche volta e la domenica per giocare un po’ e fare i compiti, al resto da quando aveva smesso di lavorare ci pensava sua moglie. Lui però non aveva mai amato le discussioni, gli scontri diretti. In filiale il problema non si poneva perché il direttore era lui.

Lunedì avrebbe dovuto informare Santamaria sull’esito del colloquio telefonico con Speranza. Il direttore generale si era raccomandato che riferisse direttamente a lui e solo a lui ogni sviluppo di quella questione.

Gli avrebbe telefonato al mattino come prima cosa, ma tanto sapeva che il suo vice lo avrebbe comunque preceduto. Il «sorcio», da bravo spione, le cose della banca le sapeva addirittura prima che accadessero.



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