Molti by Giovanni Boniolo

Molti by Giovanni Boniolo

autore:Giovanni Boniolo
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri editore
pubblicato: 2021-03-08T16:00:00+00:00


6. La balia. La terribile

Ci piace affermare, anzi ad alcuni piace affermare, che reagiamo emotivamente, che valutiamo di pancia. Che sia vero? Che parte della nostra identità sociale, relazionale e accidentale sia veramente fondata su qualcosa di irrazionale, che per una qualche via è entrato nella nostra mente e ci fa comportare senza un criterio, senza un metodo ben preciso, a casaccio, senza una ragione, senza pensare alle conseguenze? Potrebbe essere, potrebbe. Però ci sono due aspetti su cui vale la pena riflettere: uno discusso dai biologi evoluzionisti, e chiamato «discordanza evolutiva» (evolutionary mismatch), l’altro proposto da alcuni filosofi sperimentali per affrontare il nodo problematico che si viene a creare quando le decisioni da prendere intersecano questioni morali. Naturalmente dobbiamo sempre ricordare – come spiegherò nell’Appendice – di non fondare nulla su tali proposte, ma di usarle come condizioni di possibilità e di impossibilità di analisi sul comportamento umano, specie in ambito decisionale.

La discordanza evolutiva è un’ipotesi che vide la sua prima formulazione in un libro del 1942 di Ernst Walter Mayr, che la chiamò evolutionary trap (il suo nome attuale compare in un articolo del 1993 di Jack E. Riggs). Da allora essa è stata molto discussa, come si può bene intendere dal saggio del 2011 di Elisabeth Lloyd, David Sloan Wilson ed Elliott Sober, o dal libro più divulgativo del 2018 di Ronald Giphart e Mark van Vugt. Comunque sia, si ha discordanza evolutiva quando vi sono tratti fenotipici (e quindi anche comportamentali) che in un certo ambiente sono fortemente vantaggiosi, ma che in un altro, magari cronologicamente successivo o solo spazialmente diverso, diventano svantaggiosi. Tale discordanza avverrebbe sia negli umani sia in altri esseri viventi e sarebbe la causa di molti modi, che ora consideriamo errati, di valutare, decidere e quindi vivere.

Se prendiamo in considerazione gli umani, circa 10-12000 anni fa ci fu la cosiddetta rivoluzione neolitica, che comportò un drastico cambio nelle abitudini: da cacciatori nomadi ci trasformammo in stabili coltivatori e addomesticatori di animali. Questo, però, avvenne così velocemente rispetto al possibile cambio di struttura fisica e di struttura cerebrale che si creò uno scarto fra l’elaborazione dei nuovi stimoli ambientali, dovuti a uno stile di vita differente, e un corpo e un cervello ancora strutturati per l’ambiente e lo stile di vita passato. Il fatto ancora più interessante è che quel cervello e quel corpo che avevamo quando eravamo cacciatori e correvamo nella savana nel Paleolitico sono rimasti gli stessi, non solo quando siamo diventati sedentari agricoltori e allevatori nel Neolitico, ma anche oggi, che viviamo in un ambiente con stimoli del tutto diversi e con uno stile di vita del tutto differente. Questo scarto tra il modo in cui ci eravamo adattati a correre nella savana nel Paleolitico e il modo e il luogo in cui viviamo ora ha portato, come hanno mostrato gli studiosi di medicina evoluzionistica, a situazioni patologiche come l’obesità, il diabete, le allergie, l’osteoporosi, ma anche a comportamenti che ora giudichiamo anomali o che consideriamo frutto di desideri, voglie e brame.



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