La piccola libreria di Venezia by Cinzia Giorgio

La piccola libreria di Venezia by Cinzia Giorgio

autore:Cinzia Giorgio [Cinzia Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori
pubblicato: 2017-10-03T22:00:00+00:00


Capitolo 19

Dio si è riservato la distribuzione di due o tre piccole cose sulle quali non può nulla l’oro dei potenti della Terra: il genio, la bellezza e la felicità.

Théophile Gautier

Venezia, agosto 2006

Léonie alzò gli occhi al cielo. «Ti ho detto che non ho alcun problema a restare qui. Si tratta di un giorno solo, domani, dopotutto. Non farla tanto lunga; tra l’altro, con questo tempaccio, dove vuoi che vada?», disse, dando una rapida occhiata alle nuvole che incombevano minacciose sulla laguna.

«Potresti raggiungermi nel Chianti», le propose Margherita, accendendo le luci degli scaffali.

«A reggere il moccolo? Non ci penso proprio».

«Sei una testarda. Fulvio ha detto che sarebbe felice di ospitarti. E poi che farai qui da sola a Venezia?».

Léonie si strinse nelle spalle e sospirò. Ora che Niccolò era andato a vivere a Padova si sentivano entrambe molto sole, in libreria. Ogni tanto le andava a trovare e si metteva a sistemare gli scaffali e gli espositori, rimproverandole di non saperlo fare da sole. Spesso i clienti chiedevano di lui durante gli eventi, perché di solito Nick prendeva la macchina e le raggiungeva per dar loro una mano. Sembrava non fosse cambiato nulla. Eppure nella vita di Margherita era cambiato tutto. Era felice, di quella felicità che riempiva le giornate. Lei e Fulvio si vedevano poco, per via del lavoro di entrambi, ma l’intensità della loro passione era tale che ne godevano in ogni singolo istante. Era bello ritrovarsi dopo una settimana, raccontarsi le loro vite, fare l’amore, passeggiare e leggere insieme. Fino a quel momento era sempre andato lui a Venezia, Margherita lavorava in libreria nei fine settimana e non poteva lasciare Léonie da sola. Quando però Fulvio si era trasferito in campagna per occuparsi delle vigne, le aveva chiesto di raggiungerlo. Voleva mostrarle le sue tenute e stare insieme qualche giorno, senza interruzioni, senza baci rubati alla stazione e promesse di vedersi quanto prima. Margherita non aveva esitato un attimo a dirgli di sì, voleva vedere il luogo in cui viveva, conoscere il suo passato, la sua famiglia, le sue abitudini. Fulvio non le raccontava mai dei suoi genitori, né di suo fratello, evitava semplicemente l’argomento, come se gli facesse male parlarne. Conscia che fosse un tema delicato, Margherita non aveva mai insistito. Lei lo aveva presentato ai suoi nonni, che fin da subito lo avevano accolto e viziato. Sua madre, invece, non ne aveva voluto sapere. Era stata Olimpia a farne le veci. Era tornata alla fine di luglio in laguna per lavoro e li aveva portati a cena fuori, in un bellissimo bistrot veneziano in calle dei Fabbri.

«Mi piace molto il tuo Fulvio e si vede che ti vuol bene», le aveva sussurrato, uscendo dal locale. Margherita l’aveva abbracciata, felice.



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