La viaggiatrice del tempo by Ute Lemper

La viaggiatrice del tempo by Ute Lemper

autore:Ute Lemper [Lemper, Ute]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini+Castoldi
pubblicato: 2023-11-24T17:58:20+00:00


Un cambiamento doveva arrivare

Negli Stati Uniti tenni una serie di concerti con l’orchestra. Veniva soprattutto richiesto uno spettacolo con le canzoni di Kurt Weill. I miei cd continuavano ad avere molto successo, e anche le canzoni del cabaret berlinese vennero adottate in inglese in tutti i teatri da tanti nuovi artisti.

Le comunità omosessuali, a quei tempi non si parlava ancora di LGBTQ, amavano questo repertorio, che faceva da megafono al loro modo di vivere. Come sempre le persone dovevano cantare ed esibirsi per la loro libertà.

Dopo la maratona di Broadway mi ci volle un anno intero per tornare a cantare liberamente, tornare a fare i Pianissimi con un’interpretazione precisa e di classe. Cantare strizzata in un abito aderente mi aveva impedito una vera connessione anima-gola. Mi sentivo priva di talento e piena di dubbi, il mio mestiere mi era quasi sfuggito di mano, benché la voce fosse grande e potente. Il suo segreto però sta nel silenzio, e quello dovevo di nuovo scoprirlo ed esercitarlo.

Mi avevano invitato a inaugurare la nuova sala concerti Seijei Ozawa a Boston, un grande onore. La mia autostima in quel momento era pari a zero, mi sentivo piccola e insignificante. Una sensazione fin troppo conosciuta, che continua spesso a sopraffarmi: il pubblico applaude, e io mi chiedo, per cosa?

Nell’estate del 1999 registrai a Londra il mio successivo cd per la Decca. «Punishing Kiss» era una raccolta di canzoni scritte per me da autori contemporanei: Elvis Costello, Nick Cave, Tom Waits, i Divine Comedy e Scott Walker.

Un fantastico gruppo di artisti che stimavo molto. La casa discografica li aveva messi insieme e voleva pubblicare un cd «edgy»***** con un brivido contemporaneo, per aprire al pubblico delle nuove generazioni. Tutta la famiglia si trasferì a Londra, e trascorremmo cinque settimane nella nostra vecchia casa. Purtroppo ho passato la maggior parte del tempo in studio per le prove e le registrazioni, ed ero infelice per la separazione dai bambini, che durava delle ore. Quando lo esternavo, venivo solo guardata senza capire, e mi venne detto che avrei dovuto essere contenta della produzione di quell’album. Lo ero, ovviamente, ma mi sentivo di nuovo come se non riuscissi a essere all’altezza di entrambi i mondi.

Avevo già incontrato a New York Tom Waits. Poiché ero una sua grande fan, trovai stupendo, dopo un concerto al Beacon Theater, parlare con lui delle canzoni che mi aveva mandato. Era strampalato e introverso, ma aveva delle belle vibes. Esattamente come lo è quando canta e racconta storie. Nick Cave aveva mandato Little Watersong dall’Australia, e per trasmettermi il feeling l’aveva interpretata registrando il tutto su una musicassetta. Ci telefonammo un paio di volte e lo trovai davvero simpatico. I Divine Comedy produssero il cd e arrangiarono le canzoni, quindi i componenti della band furono i miei principali collaboratori.

Ricordo in particolare il pomeriggio dell’eclissi di sole a Londra. Andammo con i bambini in un grande campo vicino a casa, e osservammo il giorno diventare improvvisamente notte. Nella tabaccheria dietro l’angolo avevamo comprato gli occhiali protettivi, e vedemmo il sole scomparire completamente dietro la luna.



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