La vita e le regole by Stefano Rodotà

La vita e le regole by Stefano Rodotà

autore:Stefano Rodotà [Rodotà, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2018-11-15T16:00:00+00:00


3. Esistono situazioni nelle quali si dispone, o si può disporre, di un complesso di conoscenze grazie alle quali si sarebbe in grado di passare da uno stato di incertezza a uno di certezza, o almeno di prevedibilità. Qui il caso viene creato, è il prodotto della deliberata volontà di escludere il ricorso a quelle conoscenze, come avviene quando si riconosce il “diritto di non sapere” o si costruiscono situazioni nelle quali la decisione deve essere presa sotto il “velo di ignoranza”34 o almeno di incertezza, che è per esempio la motivazione del divieto di svolgimento o di divulgazione dei sondaggi elettorali nell’imminenza del voto. Mai come in queste situazioni sembra giusto dire che “il caso è il nome che diamo alla nostra ignoranza”.

Il diritto di non sapere riguarda direttamente le modalità di costruzione della sfera privata. Questa volta però, a differenza delle situazioni appena esaminate, non si tratta di incidere sui caratteri genetici, ma di disporre delle informazioni relative alla propria, esistente costituzione genetica. Il riferimento più corrente è alla medicina predittiva, con la sua possibilità di diagnosi precoce di alcune malattie a insorgenza tardiva e non curabili, come la corea di Huntington che produce effetti distruttivi solo dopo i quarant’anni, consentendo fino a quel momento una esistenza del tutto normale. Assume così particolare rilevanza la decisione dell’interessato non solo di non sottoporsi ad alcun test, ma anche quella di non essere informato degli eventuali risultati di un test. Un diritto, questo, esplicitamente riconosciuto dalla Convenzione europea sui diritti umani e la biomedicina che, all’articolo 10.2, mette sullo stesso piano diritto di sapere e diritto di non sapere: “Ognuno ha il diritto di conoscere tutte le informazioni raccolte riguardo alla propria salute. Tuttavia la volontà della persona di non essere informata deve essere rispettata”.

La ragione di questa regola, che disciplina un aspetto particolarmente drammatico dell’esistenza, ha le sue radici nell’impossibilità di sciogliere in maniera autoritaria e definitiva dilemmi che riguardano l’intero svolgimento della vita. Quale può essere, in concreto, la reazione dell’interessato a quel tipo di notizia? Il sapere del futuro insorgere di una malattia incurabile gli renderà l’intera vita intollerabile? O, al contrario, la conoscenza lo indurrà a utilizzare nel modo migliore il tempo disponibile e, per esempio, a prendere decisioni procreative che possano evitare la trasmissione della malattia ai discendenti? E allora: è necessario lasciarlo in una condizione d’ignoranza o almeno d’incertezza, creando così una situazione di casualità che potrebbe facilmente essere rimossa? Bisogna avvolgerlo in un velo d’ignoranza perché gli sia grata la vita, e taluni accadimenti si producano poi come figli della fatalità? Alla conoscenza non corrisponde forse una riduzione della libertà, sì che può concludersi che caso e libertà si sorreggono a vicenda e anzi la limitazione delle nostre capacità cognitive diviene presidio della nostra libertà?35 Ma all’ignoranza deliberata non si accompagnano pure situazioni di inammissibile irresponsabilità?

Alla perentorietà delle domande non corrisponde la possibilità di risposte definitive. Si può soltanto osservare, al di là delle situazioni estreme appena delineate, come si sia consolidata la



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