L'antifascista by Massimo L. Salvadori

L'antifascista by Massimo L. Salvadori

autore:Massimo L. Salvadori [Salvadori, Massimo L.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Donzelli Editore


Se si fece notare «un’attenzione molto rada e intermittente della stampa comunista, e soprattutto si dovrà registrare la pressoché totale assenza della “Repubblica” e della “Stampa”»5. Tra le eccezioni vi furono l’«Avanti!», il «Corriere della Sera», sul quale furono recensiti tutti i volumi degli Scritti curati da Caretti, «Belfagor», il «Mattino», il «Sole 24 Ore». Conclude Santomassimo: «Forse si potrebbe dire che con Matteotti nasce e muore una moderna socialdemocrazia del proletariato italiano»6.

Alla considerazione di cui sopra occorre aggiungere che con Matteotti nacque e morì una concezione del riformismo, pur ricca di potenzialità e di sviluppi. La categoria del riformismo nel corso del XX secolo fu accompagnata in Italia dall’anatema lanciato contro di esso dalla sinistra rivoluzionaria, socialista massimalista e comunista, la quale lo considerò alla stregua di un pericoloso nemico che, piegatosi alla difesa degli interessi capitalistici, minacciava il campo dei combattenti per la grande causa del socialismo. Si trattò di una critica che non coglieva in nessun modo il bersaglio quando venne lanciata contro Matteotti, il quale fu il teorico e il rappresentante di quello che definiva «riformismo rivoluzionario». Non si trattava di una contraddizione in termini, ma di un concetto ardito e innovativo, rivolto contro sia il riformismo moderato di natura compromissoria sia il velleitario estremismo rivoluzionario, finalizzato alla conquista di una società socialista e democratica a difesa degli interessi dei lavoratori contro le classi dominanti impegnate a ridurre questi ultimi alla subalternità, ad una esistenza di precarietà, quando non di povertà e di emarginazione. Matteotti intendeva il riformismo rivoluzionario come un aratro dalla lama tagliente, atta a rivoltare la dura terra per renderla capace di offrire una nuova e migliore semina e di dare i frutti in grado di migliorare le condizioni anzitutto dei più indifesi. E concepì la sua missione di politico alla luce della severa concezione morale della «serietà della vita» invocata da Francesco De Sanctis.

Oggi in Italia tutti i partiti e i movimenti, caduto il mito rivoluzionario, si proclamano riformisti. Persino le destre si presentano come campioni delle riforme, e naturalmente lo fa anche la sinistra nelle sue varie incarnazioni. Ma il riformismo rivoluzionario di Matteotti rimane senza seguaci: attende ancora di essere capito e di diventare una fonte di ispirazione per l’azione.



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