Le donne erediteranno la terra by Aldo Cazzullo

Le donne erediteranno la terra by Aldo Cazzullo

autore:Aldo Cazzullo
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
editore: Mondadori
pubblicato: 2016-10-24T22:00:00+00:00


V

Soldate

Ché, rotti i lacci a l’elmo suo, d’un salto (mirabil colpo!) ei le balzò di testa; e le chiome dorate al vento sparse, giovane donna in mezzo ‘l campo apparse.

TORQUATO TASSO, Gerusalemme liberata

Le donne hanno fatto tutte le guerre. Ne sono state vittime. Molte hanno voluto esserne anche protagoniste: femmine che si vestono da maschi per andare a combattere. Alcune sono figure storiche, altre leggendarie; e hanno spaventato gli uomini, quelli veri, per secoli.

I greci avevano un sacro terrore delle Amazzoni. Se le erano inventate proprio per esorcizzare la paura delle donne. Le pensavano barbare, straniere, estranee alla civiltà.

Le Amazzoni vivevano ai confini del mondo conosciuto. Si tagliavano un seno, forse entrambi, per maneggiare meglio l’arco. Uomini non ne avevano: ogni anno, in primavera, andavano a cercarseli tra i popoli confinanti, al solo fine di riprodursi. Secondo un’altra versione del mito, nel popolo delle Amazzoni c’erano anche uomini, tenuti come schiavi, storpiati in modo da non poter combattere; un po’ come nel terrificante film con Nicolas Cage, Il prescelto, in cui una comunità di donne bellicose attira ogni anno uno sprovveduto nella propria isola per sacrificarlo al dio dell’egemonia femminile. (Qualcosa del genere accadde a Lemno, dove Afrodite punì con un disgustoso odore di capra le donne che trascuravano di venerarla; i mariti rifiutarono di fare l’amore, e loro per vendetta li uccisero tutti, tranne il re Toante, protetto dalla figlia. Ne scrive anche Dante: «Ello passò per l’isola di Lenno / poi che l’ardite femmine spietate / tutti li maschi loro a morte dienno».)

Le Amazzoni combatterono in Grecia, in Asia Minore, in Siria, in Tracia. Fondarono Mitilene, Smirne, Efeso con il santuario di Artemide. Si raccontava che discendessero da Ares, il dio della guerra, e dalla ninfa Armonia; ma forse erano donne che avevano ucciso o cacciato i loro uomini, da cui erano maltrattate.

Un po’ tutti gli eroi greci si sono dovuti confrontare con le guerriere. Achille le sconfigge quando intervengono in difesa dei troiani, e uccide la regina Pentesilea. Teseo cattura la principessa Antiope; per liberarla, le Amazzoni invadono l’Attica e assediano Atene. Ma il loro nemico mortale è Ercole, sempre pronto a massacrarle, oltre che a rubare la cintura della regina Ippolita: chiaro simbolo di prevaricazione sessuale del maschio sulla femmina che pensa di poterne fare a meno.

Eppure le donne avranno la loro vendetta su Ercole. Basti vedere i bassorilievi che raffigurano il più forte eroe dell’antichità in abiti femminili, mentre fila la lana ai piedi di Onfale, regina della Lidia, che indossa la pelle del leone di Nemea e impugna la clava. I ruoli si sono capovolti. Ercole è innamorato; e l’amata ha soggiogato l’amante.

Un popolo di donne guerriere esiste ancora oggi. Sono le «burrnesha», le vergini dell’Albania. Burrnesha significa «lui-lei»: un corpo femminile nascosto nei vestiti e in una vita da maschio. Indossano abiti militari, fanno voto di castità, si muovono e parlano come soldati, hanno sempre la pipa in bocca. Non sono lesbiche, né androgine, né religiose: lo fanno per avere la libertà e l’indipendenza che da secoli nel loro Paese sono riservate agli uomini.



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