Le piazze vuote by Filippo Barbera

Le piazze vuote by Filippo Barbera

autore:Filippo Barbera [Barbera, Filippo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Anticorpi
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2023-01-15T00:00:00+00:00


2.6. Dare voce ai poveri

Il secondo caso considerato è l’Alleanza contro la povertà, che ricordiamo nella ricostruzione di Cristiano Gori che ne è stato l’imprenditore di policy70. Tra think tank e “lobby della povertà”, l’Alleanza nasce per colmare la mancanza, nella politica nazionale, di un reddito minimo. La politica partitica, infatti, non era mai riuscita a trasformare i discorsi sui poveri in azioni per i poveri, di cui il reddito minimo è la principale misura. Il tema ha, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, una valenza più generale e rimanda alla scarsa capacità di assorbimento della politica. Non solo una politica cieca e che ha perso la vista lunga necessaria per l’elaborazione di futuri condivisi, ma anche sorda alle proposte che provengono dai centri di competenza e dalle coalizioni di scopo71. L’Alleanza contro la povertà è, come il ForumDD, dissonante per costruzione: associazionismo cattolico, terzo settore, sindacato, ONG, enti rappresentanti di Comuni e Regioni si accordano per dare vita a una coalizione sociale unitaria e aperta dove nessuno ha il monopolio della lotta alla povertà72. È sorprendente quanto la genesi dell’Alleanza ricalchi il modello dell’organizzazione eterarchica capace di mettere a valore la diversità radicale73. L’Alleanza nasce dall’impegno di un piccolo gruppo di persone, che decide di investire tempo, energie e risorse di capitale politico e di influenza nella costruzione dell’organizzazione. Qui un punto importante: l’influenza non è una risorsa infinita, occorre decidere come allocarla e spenderla, se per scopi propri o per fini comuni. A un ministro si può telefonare, per così dire, una volta alla settimana, non ogni giorno. Le Alleanze sono appunto collettori della capacità individuale di influenza, dove le diverse persone-nei-ruoli decidono di spendere la loro capacità di influenza per uno scopo comune. Come nel caso del ForumDD, anche qui troviamo la presenza di un gruppo di “innovatori” che si fanno carico dei rischi e dei costi iniziali. Un punto segnalato dalla ricostruzione di Gori è qui particolarmente importante: “Se si vuole condividere una proposta con un’ampia rete di soggetti è necessario fare sintesi tra le differenti posizioni. Ciò comporta, inevitabilmente, di rinunciare ad affrontare alcune questioni sulle quali non è possibile trovare un accordo, o di farlo in maniera blanda”74. Ciò che contava di più per l’Alleanza era colmare un gap tra conoscenza e azione, mettendo a valore l’intreccio tra il sapere scientifico-accademico, proveniente dal mondo della ricerca, e quello operativo, figlio del lavoro sul campo. Conoscenza e azione, postura politico-morale e dettagli tecnico-normativi, quadri generali e proposte applicative che si intrecciano trovando un punto di sintesi a valle e/o nel corso dell’azione, senza esserne una sua precondizione. Per riprendere una formula già utilizzata: si agisce per trovare un accordo in vista di un obiettivo generale, non si trova un accordo completo e dettagliato per poi agire.

La domanda fondativa da cui nasce l’Alleanza rispecchia un sentire comune, diffuso e radicato tra intellettuali, organizzazioni della cittadinanza attiva, territori e luoghi dell’innovazione radicale: “Perché se tutti gli esperti sanno quali interventi contro la povertà bisognerebbe realizzare nel nostro Paese, questi non vengono introdotti”?75.



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