Le pietre di Venezia by John Ruskin

Le pietre di Venezia by John Ruskin

autore:John Ruskin [Ruskin, John]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Art, General
ISBN: 9788852063282
Google: UyuECAAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2015-04-28T03:56:24+00:00


26. Prendiamo in esame un esempio dell’azione ottimale delle tre classi per quanto concerne un soggetto semplice, così da comprendere la differenza che corre fra loro ed essere in grado quindi di verificare gli errori in cui possono cadere. La figura 1 a pagina 219 è un tralcio di vite con un ramo di ciliegio che ho ricopiato dal vero il più realisticamente possibile cercando di evitare qualsiasi manipolazione delle forme. Si tratta soltanto di un lavoro di imitazione, buono e onesto in sé, utile per quanti vogliono conoscere le forme essenziali dei tralci di vite, ma senza alcun intervento autonomo dell’arte del disegno. La figura a pagina 220 raffigura un ramo di vite impiegato come decorazione d’angolo del Palazzo Ducale. Anche in questo caso si tratta della rappresentazione di una vite, ma composta in modo che ogni foglia aderisca a un principio compositivo e non possa esser tolta senza provocare un’alterazione dell’insieme. Ecco un esempio centrale, dove disegno e rappresentazione coincidono. La figura 2 a pagina 219 rappresenta il pennacchio di un arco di S. Marco nel quale è stato accennato appena l’andamento del tralcio di vite, essendo fine precipuo del disegno quello di modulare linee aggraziate e masse ben proporzionate sul fondo oro. Non c’è il minimo tentativo di informare lo spettatore circa il fenomeno della crescita della vite; non ci sono né peduncoli né viticci, solo fasce dalle quali si staccano foglie che della vite non hanno altro che il profilo, e anche quello imperfetto. Ecco un esempio di disegno senza scopo imitativo.

27. In tutti e tre i casi l’opera appare assolutamente legittima. L’assenza dell’arte del disegno non rende brutta la figura 1, né la mancanza di realismo rende brutta la figura 2. Finalità della prima è di procurare piacere mediante una fedele imitazione, l’altra mediante la composizione. Ed entrambe sono giuste. Quali sono allora le deviazioni in cui possono incappare le tre classi di lavoratori?

Essenzialmente due, che riguardano le classi inferiori. Si ha la prima quando una delle due classi disprezza l’altra; la seconda quando una delle due classi invidia l’altra.

In questo modo si ingenerano quattro forme di errori perniciosi. Il primo si verifica quando artisti portati all’imitazione disprezzano il disegno. È l’errore tipico dei pittori fiamminghi, di coloro che dipingono a scopo realistico le nature morte, i fiori e così via; e di altri ancora i quali, pur essendo dotati del dono dell’imitazione o di grande attrazione verso la natura, si pongono come fine massimo ed esclusivo un’imitazione irreprensibile. Il secondo errore si verifica allorché coloro che hanno grandi doti grafiche disprezzano l’imitazione della realtà. Un nobile disegno ha sempre a che fare con la realtà, almeno fino a un certo punto, perché solo dalla natura trae alimento. Il miglior pittore trae spunto dalla natura per i propri colori e con ciò acquista maggior inventiva, sia che si rivolga agli uccelli, ai cieli, a gruppi di figure. Ma se ci si lascia prendere dal gusto dell’invenzione fantastica, sia nelle forme che nei colori, e con



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