Le quattro crisi della Spagna by Anna Bosco

Le quattro crisi della Spagna by Anna Bosco

autore:Anna, Bosco [Bosco, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Pubblicazioni dell'Istituto Carlo Cattaneo
ISBN: 9788815350121
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2018-09-14T22:00:00+00:00


3. Il silenzio del Psoe

La crisi di rappresentanza che matura tra l’elettorato spagnolo e i partiti tradizionali riguarda anche il Psoe. Il crollo di popolarità registrato dal secondo governo Zapatero e la devastante sconfitta elettorale del 2011 lasciano i socialisti in una situazione critica, caratterizzata da conflitti interni che si traducono in ulteriori emorragie elettorali e perdita di contatto con la società proprio mentre vanno maturando altre offerte politiche. Ma, soprattutto, il Psoe perde l’occasione di intraprendere un profondo rinnovamento per diventare attraente agli occhi di un elettorato sempre più insofferente verso una classe politica che percepisce come inefficace e corrotta.

Con l’entrata della Spagna in recessione e le politiche restrittive avviate da Zapatero nel 2010, il Psoe imbocca una lunga serie di sconfitte il cui costo complessivo è altissimo. Così, nelle tre successive scadenze elettorali del marzo 2008, novembre 2011 e dicembre 2015 il partito dimezza i propri elettori (dal 43,9% al 22%) – lasciando per strada il 51% dei votanti che Zapatero aveva riunito all’inizio del suo secondo mandato – mentre il drappello parlamentare si riduce quasi della metà (da 169 a 90 deputati). Alle perdite registrate a livello nazionale si aggiungono poi quelle affrontate nelle varie tornate delle elezioni municipali e regionali, che tolgono al partito il controllo di molti governi locali. Il declino, infine, riguarda anche gli iscritti, che tra il 2008 e il 2016 sarebbero passati da 236.572 a 178.612 secondo le cifre ufficiali del partito [Delgado-Fernández e Cazorla-Martín 2017, 248-249].

Nei partiti i processi di mutamento sono spesso radicati nelle sconfitte elettorali, sfide che rendono urgenti, agli occhi di dirigenti e militanti, la sostituzione della leadership in carica e il rinnovamento programmatico e organizzativo. Così, la sconfitta del 2000 aveva portato alle dimissioni del segretario socialista Joaquín Almunia, sostituito dal giovane e innovativo Zapatero. Nonostante la loro evidente gravità, le sconfitte registrate dal Psoe fino al 2015 non generano invece alcun rinnvamento condiviso, ma aprono piuttosto la porta a una serie di conflitti che deludono elettori e iscritti gonfiando il numero degli abbandoni.

Quando nell’aprile 2011 Zapatero annuncia di non volersi ricandidare alla presidenza del governo, liberando così il partito da una leadership ormai screditata, i candidati alla sua successione sono due ministri, Carme Chacón e Alfredo Pérez Rubalcaba. Chacón, nata nel 1971, è una giovane dirigente catalana molto vicina a Zapatero che nel suo secondo mandato le ha assegnato il ministero della Difesa. Rubalcaba, nato nel 1951, è invece un politico di lungo corso, con vari incarichi ministeriali al suo attivo, sia con González che con Zapatero. Dal 2010 Rubalcaba aggiunge alla carica di ministro degli interni quella di vicepresidente e portavoce del governo, conquistando un rilievo politico senza precedenti nella Spagna democratica.

Dietro Chacón e Rubalcaba ci sono due pezzi del Psoe che convivono in precario equilibrio. L’elezione di Zapatero, nel 2004, aveva infatti prodotto una sorta di compromesso tra gli esponenti del partito più vicini a González (i «felipisti» come Rubalcaba) e quelli di Nueva Vía (come Chacón), il gruppo che aveva sostenuto l’ascesa di Zapatero.



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