Le ragioni del no: guida al voto per il referendum costituzionale by Duccio Facchini

Le ragioni del no: guida al voto per il referendum costituzionale by Duccio Facchini

autore:Duccio Facchini [Facchini, Duccio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788865162262
Google: 7xkNugEACAAJ
editore: Altra Economia
pubblicato: 2016-10-15T06:18:08+00:00


Artt. 73, 135 - Legge elettorale alla Consulta ed elezione dei giudici della Corte costituzionale

Il “nuovo” articolo 73 della Costituzione prevede l’“impugnazione preventiva” delle leggi elettorali da parte della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dinanzi alla Corte costituzionale. Ciò può avvenire se a richiederlo sia almeno un quarto dei deputati o un terzo dei componenti della Camera alta, entro dieci giorni dall’approvazione della legge. Da quel momento, la Consulta avrà 30 giorni di tempo per pronunciarsi, sospendendo così il termine per la promulgazione del testo. Qualora venisse dichiarata l’“illegittimità costituzionale”, “la legge non può essere promulgata”. Oltre a chi denuncia il rischio legato ad una scarsa chiarezza circa la possibilità di eseguire comunque controlli successivi al pronunciamento della Corte (Zagrebelsky) e a chi si domanda che cosa possa accadere nell’eventualità di parziali dichiarazioni di illegittimità (com’è stato per il “Porcellum”), Lorenza Carlassare aggiunge un punto di vista prezioso. Quello cioè legato alla possibilità per minoranze parlamentari di impugnare una legge ordinaria approvata (dunque non solo elettorale) e sottoporla all’attenzione della Corte costituzionale, come ad esempio avviene già in Francia.

Anche il rinnovato articolo 135 interviene in merito alla Consulta, specificamente sulla sua composizione ed elezione dei membri da parte del Parlamento. I quindici giudici, infatti, continueranno ad essere nominati per un terzo dal presidente della Repubblica, per un altro terzo dalle supreme magistrature ordinaria e amministrative, e per un altro terzo non più dal “Parlamento in seduta comune” bensì “tre dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica”. Non è una modifica ininfluente: l’ex presidente della Corte, Gustavo Zagrebelsky, ha sottolineato l’indebolimento dell’unitarietà dell’istituzione, con la creazione di una sorta di “giudici delle Regioni”.



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