L'eco del tempo by Jeremy Eichler

L'eco del tempo by Jeremy Eichler

autore:Jeremy Eichler [Eichler, Jeremy]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-08-26T10:01:28+00:00


L’ambiente borghese in cui Britten si forma non è forse il più congeniale per un giovane artista, tanto più che la sua arte di predilezione era la musica. A un torneo amatoriale di tennis, negli anni del liceo, gli domandano che cosa intenda fare da grande. «Il compositore» annuncia. E la risposta: «Sì, ma di lavoro?». Un’uscita che non avrebbe certo sorpreso uno scrittore tedesco dell’epoca, autore di un intero volume sull’Inghilterra intitolato Das Land ohne Musik (Il paese senza musica), nel quale si sosteneva che il meglio che l’isola aveva da offrire fosse una tradizione di gentiluomini dilettanti che a lungo andare ne aveva fatto una blanda periferia musicale del continente. La stessa Inghilterra aveva interiorizzato quella valutazione poco lusinghiera. Quando Britten inizia a farsi conoscere, non per nulla, si afferma una sorta di luogo comune, secondo il quale era la prima volta dalla morte di Purcell, nel 1695, che il paese partoriva un compositore di respiro europeo.

A diciannove anni, convinto della stessa cosa, Britten aspira a viaggiare, a trasferirsi nella vera patria della musica, l’Austria, per studiare con un maestro vivente come Alban Berg, ma quel progetto non si concretizzerà mai. Tuttavia rimanere in Inghilterra negli anni della formazione non aveva solo effetti negativi. Britten poteva comunque ascoltare a piacimento la musica dei modernisti viennesi (e dai diari si capisce che gli interessava molto), senza sentirsi obbligato a sposare uno stile preciso. Avrebbe finito per creare un linguaggio sorprendentemente flessibile, capace di rispondere a qualunque situazione drammatico-musicale con i mezzi del caso.

Per sua fortuna Britten aveva poca simpatia per l’inossidabile mito romantico dell’artista visionario, solo, in lotta con un mondo indifferente e ostile. Avvicinandosi in questo a T.S. Eliot, che aveva parlato della necessità di fare dell’arte (nel suo caso della poesia) «non […] l’espressione della personalità, ma una fuga dalla personalità». Britten è il versante musicale di quella scuola, che si lascia alle spalle il culto della voce consapevolmente originale di un artista ripiegato sui moti più reconditi dei suoi mondi interiori. Lui stesso si esprime in questo modo:

Prima di Beethoven la musica era al servizio di cose più grandi dell’individuo: per esempio la gloria di Dio o il prestigio dello Stato. Dopo Beethoven il compositore diventa il centro del suo personale universo. Con i romantici la musica si fa talmente personale, talmente intima, che un bel giorno l’unico a capire la propria musica sarebbe stato chi l’aveva scritta, o così sembrava dover capitare! Poi sono arrivati Picasso e Stravinskij, che hanno alleggerito la pittura e la musica, affrancandole dalla tirannia delle cose puramente personali. Artisti che andavano di stile in stile come l’ape tra i fiori.



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