Lettere agli italiani by Giorgio Strehler

Lettere agli italiani by Giorgio Strehler

autore:Giorgio Strehler [Strehler, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Literary Collections, Letters, Performing Arts, Theater, Direction & Production
ISBN: 9788865769683
Google: Lz5OEAAAQBAJ
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2021-11-12T13:11:06+00:00


Trieste domani

27 ottobre 1991

Cosa pensa Trieste di sé? Cosa vuole essere Trieste, per sé e per gli altri, in questo ultimo decennio che si apre sul Duemila? Non certo l’immagine che, poche sere fa, nasceva dallo svolgersi di un’infelice trasmissione televisiva che avrebbe dovuto parlare all’Italia della nostra città. Era l’immagine di una provincia bizzosa, senza slanci né progetti, senza cultura né poesia. La televisione, si sa, ci mette poco a ingrandire e rendere mitici avvenimenti e cose che non lo sono, come ci mette altrettanto poco a rimpicciolire e banalizzare fatti e realtà che sono talvolta complessi, difficili da capire nella loro interezza. Ma purtuttavia – per me – qualcosa che non aveva il suono giusto, qualcosa che segnava una crisi d’identità e di ideali di una comunità c’era.

Ho dovuto ripercorrere i ricordi della mia infanzia, ricordare tanti amici perduti e altri presenti, risentire la musica del mio antico mondo triestino, ripensare a Saba, Slataper, Svevo, scorrere qualche riga del tenero, saggio e folle libro ultimo di Magris, Danubio, per ritrovarmi a casa. E la mia era una casa nata e vissuta nell’amore e nella diversità. Una diversità non tollerata ma parte profonda dell’esistere, nel cuore di una famiglia come esempio del mondo.

Là, nel cerchio affettuoso dei nostri pranzi quotidiani, noi parlavamo linguaggi differenti, vivevamo le nostre realtà genetiche e culturali con sovrana noncuranza. Ci guardavamo persino con curiosità, io, il piccolo, nerissimo figlio di chissà quale ascendenza montenegrina – ma quando? ma dove? – accanto al nonno, gigante dalmata con gli occhi azzurrissimi, divino suonatore di corno, alla nonna francese, elegante sempre e volubile, che mai altro parlò che il francese, alla mamma, franco-dalmata dagli occhi verdi e blu, con il suo eterno violino tra le mani e sul cuore, all’ombra di un padre scomparso, biondissimo e ineluttabilmente austriaco. Cioè, tutti triestini. Tipicamente triestini. Cioè, tipicamente europei.

A questo pensavo l’altra sera. Pensavo al destino di Trieste, in questo momento di grandi sconvolgimenti dell’Europa, ai quali altri sconvolgimenti seguiranno, insieme, però, anche ad altre stupende occasioni del domani. Pensavo alla sua verità storica, al suo essere meraviglioso crogiolo di etnie, sempre, passato e futuro, al suo essere focolare di vecchissima tolleranza, piccola ma simbolica misura di un’Europa più umana, certo piena di contraddizioni ma ricca di cadenze diverse che convivono, si capiscono, si amano e si rafforzano l’un l’altra per creare una realtà unica e molteplice. E pensavo anche ad una presenza culturale di Trieste, a quella presenza che non è mai venuta a mancare nel tempo, ma quasi per scommessa, quasi per azzardo, e che domani deve diventare ancora più forte, ancora più esaltante e soprattutto più continuativa. Ecco, mi dicevo, il destino e la vocazione di Trieste.

Non si possono perdere storia, destino e vocazione, proprio oggi che ogni evento sembra indicare la strada maestra da percorrere: l’Europa e la Cultura! La Cultura e l’Europa comprendono tutto, scienza, commercio come scambio non solo di cose, iniziative, processi di aggregazione, invenzione di avvenimenti collettivi, nazionali e internazionali.

Sono stati, i



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