Lieto fine by Edward St Aubyn

Lieto fine by Edward St Aubyn

autore:Edward St Aubyn [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-545-0792-0
editore: Neri Pozza
pubblicato: 2013-01-01T00:00:00+00:00


8.

Agli occhi di Mary, quel “torni presto” sembrava un po’ eccessivo. Guardò nervosamente la bara, come se Eleanor potesse scoperchiarla e saltare fuori da un momento all’altro, allargando le braccia per accogliere il mondo intero, con la stessa, goffa teatralità della foto sul libretto. Sentendo irradiarsi nell’aria l’imbarazzo di Patrick, rimpianse di aver chiesto ad Annette di tenere un discorso, ma d’altro canto era difficile pensare a qualcun altro che avrebbe potuto parlare in sua vece. La tendenza di Eleanor a fare terra bruciata nei rapporti sociali aveva distrutto qualunque continuità e profondità nelle amicizie, soprattutto dopo gli anni solitari della demenza e la relazione contrastata con Seamus.

Mary aveva chiesto a Johnny di leggere una poesia, e la sua disperazione si era spinta addirittura al punto di convincere Erasmus a leggere un brano a sua scelta. Nancy, l’unica alternativa, era piombata in un abisso di autocommiserazione isterica, e fino all’ultimo non aveva saputo dirle quando sarebbe arrivata da New York. La scelta obbligata dei lettori era bilanciata (o forse ulteriormente aggravata) dalla familiarità dei brani che Mary aveva selezionato. Tra poco sarebbe stato il turno di due capisaldi della Bibbia, che, lo sentiva, avrebbero provocato un’ondata di noia. D’altro canto, nessuno sapeva nulla della morte, a parte il fatto che era inevitabile, e poiché tutti erano terrorizzati da quell’unica, incerta certezza, forse l’opaca grandiosità della Bibbia, o perfino le vaghe immensità asiatiche che Annette ovviamente privilegiava, erano preferibili all’ostinata ricerca della novità a ogni costo. E in ogni caso, Eleanor, tra le molte altre cose, era stata anche cristiana.

Non appena Annette si fosse riseduta, sarebbe spettato a Mary sostituirla di fronte alla sala. A dir la verità, piú che imbarazzo, provava una sorta di rabbia sorda. Si alzò, con una riluttanza che riuscí abilmente a mascherare facendola sembrare un’urgenza incontenibile, scavalcò Patrick senza guardarlo negli occhi e si diresse verso il leggio. Quando spiegava alla gente quanto la innervosisse apparire in pubblico, otteneva solo risposte sgradevoli come, “Non dimenticarti di respirare”. Adesso capiva il perché. Ebbe prima la sensazione di svenire, e poi, quando cominciò a leggere il brano su cui si era esercitata almeno un centinaio di volte, si sentí quasi soffocare.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede cosí da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sarei nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l’amore, niente mi gioverebbe.

Mary sentí un pizzicore alla gola, ma tentò di andare avanti senza tossire.

L’amore è paziente, è benigno l’amore; non è invidioso l’amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.



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