L'incompiuta di Jimi Hendrix by Alberto Rezzi;

L'incompiuta di Jimi Hendrix by Alberto Rezzi;

autore:Alberto Rezzi; [Rezzi;, Alberto]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788862319935
editore: edigita
pubblicato: 2020-09-23T22:00:00+00:00


§ 4. QUARTA RIPRESA

Per vedere pubblicato un album con il titolo e il formato che più probabilmente Hendrix avrebbe scelto si dovettero attendere ben ventisette anni dalla sua morte. Era l’aprile 1997, infatti, quando uscì il doppio FIRST RAYS OF THE NEW RISING SUN. Dalla metà degli anni Novanta, a seguito di aspre battaglie legali, la famiglia di Jimi, con in testa suo padre Al e la sorellastra Janie, assunse il controllo dell’eredità costituendo la Experience Hendrix, società nata con il preciso intento di allestire e gestire il “nuovo catalogo” delle opere del chitarrista.

La prima mossa in questa direzione non poteva che essere quella di presentare finalmente al pubblico una versione “definitiva” dell’album al quale Jimi stava lavorando, comprensiva di tutte le canzoni che intendeva inserirvi. Ancora sotto la supervisione dell’ingegnere del suono Eddie Kramer fu dunque avviato un lavoro di ricerca dei nastri originali. Il risultato finale, tuttavia, non soddisfece appieno le enormi aspettative create: nella tracklist finirono canzoni già uscite nei primi due dischi postumi THE CRY OF LOVE (qui interamente riproposto) e RAINBOW BRIDGE, alcune delle quali remixate con le nuove tecnologie digitali. Ecco dunque Freedom e Drifting (le due canzoni che Hendrix aveva registrato il 25 giugno 1970 agli Electric Lady con Mitchell e Cox), Ezy Rider, Night Bird Flying, Straight Ahead, Astro Man, Angel, In from the Storm, Belly Button Window, My Friend, Room Full of Mirrors, Earth Blues, Dolly Dagger ed Hey Baby (New Rising Sun), a cui furono aggiunte Stepping Stone, Izabella e Beginnings riprese da WAR HEROES, per un totale di diciassette tracce.

Rispetto alle intenzioni originarie di Jimi, che come sappiamo erano ancora in via di definizione, continuavano dunque a permanere differenze e lacune, soprattutto se si prendeva a riferimento una scaletta quasi completa che a un certo punto il chitarrista pare avesse abbozzato indicando i brani che avrebbero coperto almeno tre dei quattro lati del suo doppio Lp. L’ossatura di base prevedeva, oltre naturalmente a diverse canzoni confluite in FIRST RAYS (e dischi antecedenti), anche altre tracce come Drifter’s Escape, Come Down Hard on Me e Cherokee Mist, nonché brani eterogenei per genesi e ispirazione o ancora embrionali come Valleys of Neptune, Look Over Yonder, Pali Gap e Lover Man.

Anche per queste carenze, benché attesissimo e annunciato come la vera ricostruzione dell’opera incompiuta di Jimi, FIRST RAYS non fu accolto con l’entusiasmo atteso dal pubblico; comunque, sia detto a titolo personale, per me che all’epoca avevo vent’anni e per molti della mia generazione è stato un Cd di riferimento e consumatissimo.

Esattamente due anni prima, la stessa attrattiva ambizione di mettere finalmente nelle mani del pubblico il “vero album” con la stessa scaletta che Jimi voleva realizzare aveva portato all’uscita di VOODOO SOUP: era l’aprile 1995 e a occuparsene era stato Alan Douglas, l’imprenditore discografico e influente consigliere che Hendrix aveva conosciuto sul finire del 1969, attratto dalle sue entrature nel mondo del jazz, che già in passato si era candidato come curatore e controllore del patrimonio di inediti del chitarrista, essendo peraltro in possesso di vario materiale.



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